A pensarci bene, quante volte è capitato che un artista tirasse fuori un album davvero figo, o perlomeno decente, dopo aver spopolato a livello planetario con un singolone pop di quelli che segnano il pop anno per anno? Dai più recenti Clean Bandit (con Rather Be) e il loro risibile New Eyes, alla più lontana Christina Aguilera (con Genie In A Bottle) e il suo omonimo album del 1999. È un po’ la solita storia del pop per la quale si litiga la domenica sera con gli amici di vecchia data a cena: “Ma se ha venduto 5 milioni di copie come puoi dire che fa cagare?! Ci sarà un motivo se piace e vende!” Ecco, ci siamo capiti.

È il 15 Giugno quando usciva in tutto il mondo Boom Clap, pezzo scritto durante le registrazioni di True Romance (ad orecchio, probabilmente su una base scartata di Stay Away) e inizialmente destinato a finire nelle corde vocali di Hilary Duff. Il ritornello catchy fa il giro del globo via radio, tv e siti internet, superando le 100 milioni di views su Youtube. È uno dei pezzoni pop dell’anno senza ombra di dubbio e la Charli (dopo il già acclamato duetto con Iggy Azalea in Fancy e il singolo SuperLove) diventa una star mondiale, anzi diventa la nuova regina del pop. Indiscussa.

13 brani, di cui 5 già in giro da mesi, che danno tanto il profumo di Greatest Hits (sì, come in True Romance) dove c’è poco da dimenticare (Break The Rules e Caught In The Middle) e tanto da amare (tutto il resto). In Body Of My Own Charlotte si masturba come le ha insegnato FKA twigs in Kicks, ma in chiave 80s new-wave, che le varie Ashlee Simpson, Kei$ha e troiette simili ci stanno provando da secoli, ma “un je la fanno”. Rivers Cuomo dei Weezer arriva in studio, piglia Hanging Around e la trasforma nella Beverly Hills (la canzone) del nuovo decennio. Charli XCX conquista più o meno tutti: con i ritornelli super-catchy arriva al cuore (e al portafoglio) di chi ha sempre vissuto su MTV e radio (sia per facilità di ascolto, sia per le rievocazioni alle varie Debbie HarrySpice Girls, Gwen Stefani) e con l’ottima produzione (Ariel Rechtshaid ancora fuori da ogni schema logico in Doing It) riesce a farsi apprezzare anche dalla critica o da chi comunque cerca qualcosa in più della semplice spazzatura di cui si parlava prima.

Come in True Romance c’è qualche pezzo riempitivo dettato dal momento in cui trova l’artista: se però prima erano i filler erano di inesperienza ora i filler diventano di marketing, tipo appunto Boom Clap e Break The Rules (un testo così neanche i Peace in Lovesick sono riusciti a far peggio). Dal primo all’ultimo minuto si tratta sempre e comunque di pop, ma sviluppato con (più o meno) un genere per brano: c’è il punk dei Ramones in London Queen, c’è la disco di Cyndi Lauper in Famous, c’è veramente tantissima roba che non potete davvero perdere se volete qualcosa di fresco e leggero tipo il mojito delle 19.30 sul lungomare che “tra l’altro il ragazzo che fa da bere ha vinto un premio tipo miglior mojito della provincia“.

Tracce consigliate: Doing It, London Queen