Ti chiami Charlotte Emma Aitchison e non sei nessuno. Hai 14 anni, inizi a farti chiamare Charli XCX e fai un album tutto tuo (14, appunto) di cui produci giusto qualche copia per amici, parenti e conoscenti vari. Capisci che la tua strada è la musica: continui nel tuo sogno, rilasci tre singoloni nel 2011 (Stay Away, You’re The One e Nuclear Season) e inizi a crearti un’immagine unica tra Tumblr, Instagram e quant’altro. Sei così figa che nel 2012 ti ritrovi a far da spalla per gente tipo Santigold, Coldplay (tour durante il quale scrivi un intero mixtape) ed Ellie Goulding. Il passo successivo arriva con la hit I Love It delle Icona Pop, di cui scrivi il testo e grazie alla quale il tuo nome fa il giro del mondo.

Ma questo è solo l’inizio: devi confermare che niente è successo per caso e che non sei una delle mille favole che finiscono con qualcuno che muore.

True Romance, primo album dell’oramai ventunenne Charli XCX, si presenta con una tracklist in stile Greatest Hits, con i pezzoni vecchi come base e gli inediti che fungono da cornice a tutto quanto, ma nonostante ciò riesce a suonare nuovo, fresco e molto pop del nuovo decennio: il disco è una cascata di synths glitterati anni ’80 (Nuclear Season), rivisitati da una star del bubblegum pop di fine anni ’90, suonati da una mezza hipster pronta a sperimentare e provare tutto (a livello musicale).

Calma: detto così può risultare un album monotono, senza idee, pronto a finire nel dimenticatoio come altre migliaia di produzioni che “si rifanno agli anni ’80“. Qua la storia è ben diversa: Charli piazza ritmi sincopati (Set Me Free, Grins), prove di pop-rappato (What I Like), un po’ di romanticismo mischiato a tristezza (So Far Away, Stay AwayYou’re The One) e fantastiche creazioni come You (Ha Ha Ha) che, grazie a Gold Panda (che le dona completamente la base di You), diventa il pezzone dell’album.

Da cancellare completamente invece è il feat. con Brook Candy in Cloud Aura che, piazzato a metà tracklist, rischia di farci fare stop e rovinare l’intero ascolto del lavoro e infine in chiusura troviamo Lock You Up che è un mix di Chromatics e Glass Candy andato a male, che risulta un po’ troppo fuori contest e l’unico davvero poco originale.

Un album di debutto sicuramente coi controcazzi, che oggi riesce a dominare senza problemi tutto ciò che è pop e commerciale, ma che non riesce a sfondare in un contesto più ampio, forse per la mancanza di più singoloni radiofonici. Ma siamo solo all’inizio ed errare è concesso: le potenzialità ci sono, l’età anche e se la sua crescita musicale non è ancora completata prepariamoci ad un sophomore di altissimo livello.

Reccomended track: You (Ha Ha Ha), Grins