L’oroscopo degli ultimi giorni ufficializza che Neil Young abbia avuto per giorni Marte in Ted Bundy e lo stesso grado di risentimento che Kanye West nutre per Taylor Swift dal 2009.

Il veterano del rock, infatti, ha dato vita a una crociata contro la piattaforma di streaming Spotify, criticandone la scelta amorale di “diffondere false informazioni riguardanti la vaccinazione anti-Covid“. In una lettera aperta il musicista si è espresso così rivolgendosi al suo pubblico, al suo team e alla sua etichetta discografica:

Lo sto facendo perché Spotify sta diffondendo informazioni false sui vaccini – causando potenzialmente la morte di coloro che credono alla disinformazione diffusa nel loro sito. Per favore, agite immediatamente oggi e tenetemi informato sulle tempistiche.
Voglio che facciate sapere a Spotify OGGI stesso che voglio tutta la mia musica fuori dalla loro piattaforma […] Possono avere Rogan o Young. Non entrambi.

Il Rogan a cui fa riferimento è il conduttore di The Joe Rogan Experience, podcast attorno al quale ruotano tutte le accuse di Young. Per chi non lo conoscesse Joe Rogan è una delle figure pubbliche più influenti del panorama statunitense grazie ad una carriera come commentatore sportivo e come comico. Specialmente nel suo podcast ha più volte preso posizioni controverse sui vaccini e promosso teorie del complotto e cure alternative screditate dalla comunità scientifica. È un personaggio che non ama dichiaratamente definirsi parte di alcuna fazione politica, ma che è conosciuto per la sua politically incorrectness ed il suo sostegno oscillante per partiti di destra e sinistra anche quando trovare un punto di incontro ideologico sembrerebbe impossibile.

La risposta mediatica alla lettera pubblicata da Neil Young è stata enorme; in molti hanno sostenuto la scelta di Spotify di preservare la libertà di parola, sostenendo quindi il podcaster, tanti altri hanno invece supportato la fazione reazionaria di Young.

Artisti come Joni Mitchell, Berry Manilov, James Blunt, Dolly Parton, Paul McCartney, David Crosby ed altri hanno espresso il loro supporto per il cantante canadese ed hanno postato la loro solidarietà in maniera più o meno severa tramite posts, tweets o stories (qui sotto la nostra preferita).

Spotify ha comunque provveduto, come richiesto, ad eliminare la musica di Young mentre altre piattaforme di streaming come Apple Music, TIDAL Deezer hanno furbamente iniziato a mettere sotto i riflettori la possibilità di continuare a streammarla tramite i loro siti

In definitiva le conseguenze sono che giovedì 27 la diffusione di hashtags come #CancelSpotify,  #Spotifydeleted,  e #ByeByeSpotify in trending su Twitter hanno fatto crollare il terreno sotto i piedi della compagnia di streaming svedese in poco più di 24 ore, con un -6% di account iscritti e un -30% del suo valore in borsa, traducibile in nientepopodimeno che una perdita da 4 miliardi di dollari.

The Joe Rogan Experience, nel frattempo, rappresenta il podcast più popolare di Spotify, con 200 milioni di download al mese e sembrerebbe infatti che la piattaforma di streaming abbia pagato 100 milioni di dollari per ottenerne i diritti.
Allo stesso tempo, sempre più artisti si stanno accodando a Young, incitando la compagnia a rimuovere la propria musica e sollevando il dovere morale di non diffondere informazioni incorrette riguardanti la attuale crisi sanitaria per pure, torbide, strategie finanziarie.

Ieri (domenica 30 gennaio) il CEO di Spotify Daniel Ek ha affermato (con questo comunicato) che l’azienda “ha il dovere di fare di più” per garantire accesso alle informazioni che condivise dalla comunità medica e scientifica. Verrà quindi inserito un avviso all’inizio del podcast che tratta di coronavirus che rimanderà a una pagina dedicata con informazioni e contenuti verificati sulla pandemia – un po’ come succede su Instagram nei post/stories.

Dopo questo annuncio, Rogan si è scusato con l’azienda con un un video condiviso su Instagram, dove afferma di non voler fare disinformazione, ma di essere semplicemente interessato ad ascoltare il parere di esperti medici “molto qualificati che hanno un’opinione diversa da quella del discorso mainstream”.

E voi da che parte state? Sareste pronti a passare a Apple Music? Ma soprattutto, chi cazzo lo ha mai usato TIDAL?