Aah, i Grammy.
È finalmente arrivata quella notte dell’anno in cui band e artisti sognano di tornare a casa con un grammofono dorato, tra chi lo ha meritato e chi no, e chi se ne frega beatamente perché diciamocelo, la musica è l’unica cosa che conta.
E allora ecco Beck vincere il titolo di Album Of The Year con Morning Phase, il riconoscimento più importante, superando la concorrenza (pfff) di Pharrell, Ed Sheeran e Sam Smith, ma lasciando a bocca asciutta anche quella Beyoncé che con l’ultimo album omonimo ha fatto proprio una gran cosa. Pure Kanye West è salito sul palco ad interrompere Prince (che stava assegnando il premio) per dire la sua su quanto la signora Jay-Z meritasse il riconoscimento, ma tant’è.
(La faccia di Jay-Z mentre Kanye sale sul palco è impagabile)
Sam Smith si è consolato poco dopo con ben QUATTRO (!) Grammy: Best New Artist, Song Of The Year, Record Of The Year e Best Pop Vocal Album. Insomma, un en-plein che giustifica il suo successo commerciale, ma non la qualità del suo lavoro, che come ricorderete noi di Deer Waves avevamo abbastanza schifato. E così Shake It Off di Taylor Swift torna a casa senza premi, così come le HAIM (candidate come Best New Artist). Mah.
Un premio che ci fa piacere è senza dubbio quello per il Best Alternative Album, finito nella bacheca della regina del 2015: St. Vincent. Mi dispiace Alt-J, mi dispiace (tanto) Arcade Fire, mi dispiace Jack White, mi dispiace (?) Cage The Elephant, ma quest’anno il premio è più che meritato.
Come altrettanto meritato è quello di Kendrick Lamar, che con I si porta a casa le statuette per Best Rap Song e Best Rap Performance e tutti a casa, mentre il Best Rap Album è andato ad Eminem per il suo Marshall Mathers LP 2, che ha pure vinto la Best Rap/Sung Collaboration con The Monster.
Altri premi importanti: Jack White vince il premio per la Best Rock Performance con Lazaretto, battendo rivali del calibro di Arctic Monkeys, Beck e Black Keys, mentre SYRO di Aphex Twin si porta a casa il riconoscimento come Best Dance/Electronica Album. E siamo tutti contenti.
Pharrell Williams non è comunque tornato a casa a mani vuote. La sua Happy gli ha fatto conquistare infatti i premi come Best Pop Vocal Performance e Best Music Video, mentre l’album G I R L è stato incoronato Best Urban Contemporary Album, con buona pace di Beyoncé (di nuovo) e Chris Brown.
La Best Rock Song è stata considerata Ain’t It Fun dei Paramore (altro che Jack White, Beck, Black Keys o Ryan Adams – eeh?), mentre dal punto di vista delle colonne sonore Frozen ha fatto piazza pulita, facendo vincere a Let It Go il premio come miglior canzone, superando la splendida The Moon Song di Karen O ed Ezra Koenig.
(sad Ezra is sad)
Altri vincitori random: la Best Pop Duo/Group Performance è andata a Say Something di A Great Big World e Christina Aguilera (con buona pace di Iggy Azalea + Charli XCX o Coldplay), il Best Dance Recording lo hanno vinto i Clean Bandit con Rather Be, mentre “Weird Al” Jankovic ha vinto l’award per il Best Comedy Album con Mandatory Fun. La Best Score Soundtrack è stata giudicata quella di The Grand Budapest Hotel (altri candidati seri: Gone Girl e Gravity), i Pearl Jam hanno vinto il premio come Best Recording Package, mentre uno dei premi che avrà più fatto ridere il mondo ieri sera è stato quello per la Best Metal Performance, andato non ai Mastodon, non agli Slipknot, non agli Anthrax e non ai Motörhead, bensì ai Tenacious D di Jack Black.
Insomma, anche quest’anno tutti i premi sono stati assegnati, e siamo tutti (circa) contenti. Ci lasciamo con uno dei tanti video di ieri sera, ovvero la performance come Best Delusa della Serata. Sto parlando ovviamente di Beyoncé, che nonostante tre Grammy “minori” (Best R&B Performance, Best R&B Song, Best Surround Sound Album) e nell’attesa dei video ufficiali possiamo gustarci in questa versione, dove possiamo contare ogni singolo pixel:
https://www.youtube.com/watch?v=mizP29bf_3A
