Questo incredibile 2020 così pieno di emozioni e di colpi di scena poteva davvero giungere al termine senza un disco di Oneohtrix Point Never? No.

Per il suo nono disco Daniel Lopatin è tornato alle sue origini, quelle del Massachussets – dove è nato e cresciuto – e della stazione radiofonica Magic 106.7, che se la leggete decentemente (e non “mégic centosei punto sette”) suona proprio Magic One O Six Point Seven 👁 👄 👁.

Quindi questo è un disco nostalgico? Se sì, quanto nostalgico? Può davvero la musica di OPN essere considerata nostalgica con i suoi suoni distopici, cacofonici e soprattutto anti-melodici?

Analizzando attentamente la tracklist di Magic Oneohtrix Point Never (da qui MOPN) si può dedurre che questo album sia stato creato e sviluppato con l’idea di essere inserito in un ipotetico palinsesto della radio di cui sopra. Un ruolo fondamentale nella tracklist lo svolgono le quattro tracce intitolate Cross Talk, che dividono il disco in altrettante parti e svolgono la parte degli intermezzi radiofonici con cui normalmente vengono presentati quei 3-4 brani che l’utente andrà ad ascoltare da lì a poco.
Ovviamente tutto ciò non accade con i metodi che usa Paola Maugeri per presentare i Guns, i Foo Fighters, Jimi Hendrix e i Red Hot su Virgin Radio, ma le tracce esplodono con quel solito fare malato e distorto della mente di Lopatin che distrugge voci e sample allo stesso modo di un virus letale.

Altro fatto particolare è la presenza, per la prima volta nell’intera discografia di OPN (da Replica in poi – chi ha mai ascoltato gli album prima, su), di brani in cui si riconoscono sia progressioni di accordi pop sia le classiche strutture radiofoniche composte da intro-strofa1-ritornello-strofa2-ritornello-special-ritornello-outro. Ne sono esempio le riuscitissime I Don’t Love Me Anymore, Lost But Never Alone e Long Road Home, un po’ meno invece per No Nightmares, brano di una delicatezza meravigliosa, che però risulta un doppione della micidiale Scared To Live di The Weeknd e stona con il resto del disco: abbiamo già apprezzato le capacità pop di Lopatin nei capolavori di ANONHI e di The Weeknd, ma un conto è produrre per gli altri, altro paio di maniche è ficcare forzatamente un brano così pop nel proprio disco, giusto per avere quella spinta in più sulle vendite/ascolti.

I punti più alti vengono raggiunti nelle tracce Auto & Allo, Nothing Special e The Wheter Channel (premio miglior brano), dove OPN riesce a fondere perfettamente la nuova vena pop alle classiche sonorità e strutture malate di cui è il re indiscusso da una decina di anni. Il resto del disco è il solito mix drogato di noise sperimentale (Shifting), witch house (Imago), elettronica ambient (Wave Idea) e di quel genere non categorizzabile in Bow Ecco e Answering Machine (altre due tracce pazzesche).

Innamorarsi della musica Oneohtrix Point Never non è facile, è vero: molto spesso chi dice di amarlo finge di ascoltarlo e vuole sentirsi parte di una elite inesistente di persone più intelligenti di altre, come chi ascoltava Aphex Twin e i Tool negli anni ’90. OPN e il suo MOPN non possono non farvi emozionare. Dovete solo essere in grado di superate la paura dell’ignoto e della malattia e vi ritroverete in un mix di nostalgia e melodie sopraffini, molto più in questo disco che nei precedenti.

Ecco, l’ho detto. Pensandoci bene questo disco è nostalgico, sì. Ma è esattamente lo stesso mix di feels e nostalgia che ti provocava la combo Ora Esatta + Prima Pagina del TG5 che ti frullavano il cervello alle 07:00 del mattino con i loro suoni futuristici e che ho riprovato quando ho visto questo video qualche giorno fa.

 

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E come cazzo fai a dirgli di no?

Tracce consigliate: The Whether Channel, I Don’t Love Me Anymore, Bow Ecco