Iniziare l’ascolto dell’album di debutto di Amaarae, senza sapere minimamente chi fosse (blame on me), è stato un mezzo infartino. I 23 secondi della opening track D*A*N*G*E*R*O*U*S mi hanno fatto letteralmente saltare dalla sedia e mi hanno posto subito un centinaio di dubbi: Amaarae è una band o una singola persona? Amaraae è un side-project delle CHAI? Forse ho tappato male con in pollice ed è partita Rina Sawayama? Ma no, le voci e le chitarre punk sono sicuramente quelle delle Dream Wife. E così via per qualche minuto, giusto il tempo di riascoltare la intro una decina di volta, tanto son solo 23 secondi.
Amaarae (Ama Serwah Genfi, classe ’94) in realtà non è niente di tutto ciò. Non appena parte FANCY, infatti, veniamo catapultati su un pianeta lontano anni luce da quello in cui ci trovavamo fino a un attimo prima. Il corpo celeste su cui atterriamo è quello che si può ammirare nell’artwork di THE ANGEL YOU DON’T KNOW (da qui ‘AYDK’): un’orgia di divinità variopinte, che vivono in totale armonia tra di loro e che sembrano avere come unico obiettivo quello di scopare tutte insieme fino a raggiungere l’orgasmo e l’estasi.
E TAYDK è esattamente questo: 35 minuti di passione bollente, senza riempitivi e senza ripetizioni. È quel sogno erotico che hai da anni e che ora si sta avverando: i sospiri languidi di Ama sono più potenti di un’esperienza ASMR, le percussioni afro-808 ti colpiscono dritto al cuore e i pad-synth sono mani che ti accarezzano il corpo fino a entrarti nelle mutande. Fate partite SAD, U BROKE MY HEART per capire meglio la situazione. E se finite per masturbarvi non vi giudichiamo, anzi.
Nelle parole raccontate da Amaarae non c’è religione, né tantomeno un orientamento sessuale ben definito; l’unico credo è quello del sesso promiscuo e prolungato fino al mattino. In FANCY ci confessa “I like it when you call me zaddy” (zaddy è un nomignolo dato ai ragazzi bóni e sensuali, ndr), in 3AM ci chiede di più con “Give me enough, a lot to make it rain” e in PARTY SAD FACE non è ancora soddisfatta quando canta “Face in my ass all nigh – shawty keep goin’ till you get this right“. Una miscela di lussuria e sfacciataggine che non si sentiva dai tempi di quel capolavoro di Two Weeks di FKA twigs.
Più nel dettaglio il sound TAYDK è una ventata di aria fresca e giovane che arriva dalle spiagge del golfo di Guinea, a metà strada tra il Ghana e la Nigeria, dove nell’ultimo anno è esplosa una nuova scena afro-pop alté in cui spiccano artisti come Odunsi (The Engine), Cruel Santino (che compaiono in questo album) e, esagerando un po’, possiamo anche dire Burna Boy. Sì, quello del remix di Jerusalema.
L’album di debutto di Amaarae è un importante segnale di evoluzione di tutta quella scena alt-rnb che abbiamo apprezzato negli scorsi anni dai lavori di Syd, dvsn, SZA e Miguel (quel “Try Again” che esplode in FANTASY sembra uscito da una waves qualsiasi) e che oggi incontra questa corrente di afrobeat tribali tirati a lucido per le classifiche più pop. Una gioia per le orecchie di chi vuole un prodotto davvero nuovo, che non suoni derivativo, ma che allo stesso tempo riesca a farci risentire il profumo di quell’rnb che tanto ci ha gasato negli ultimi 5 anni.
THE ANGEL YOU DON’T KNOW è senza ombra di dubbio uno degli album più freschi e genuini che possiate ascoltare in questo triste e oscuro 2020. Un disco che non potete perdervi per nessuna ragione se non quella di essere stronzi e di non aver voglia di chiavare.
Tracce consigliate: FANCY, HELLZ ANGEL, CÉLINE