Ypsigrock sta per cominciare e come ogni anno riesce a rimanere coerente con se stesso e con lo sguardo che guarda molto lontano.

Lo sanno tutti, in tutto il mondo: dal punto di vista artistico, una delle caratteristiche che lo rendono unico è rappresentata (tra le altre) dal fatto che chi viene a suonare a Castelbuono lo fa una volta sola e se te lo sei perso sei condannato ad aspettare la prossima vita, pregando affinché l’eterno ritorno non sia solo una teoria. Ma oltre al conosciutissimo one shot delle band, c’è un concept artistico che da 23 anni a questa parte racconta un’idea ben precisa di festival, confermata anche in questa edizione 2019.

Partiamo dai numeri che sono spesso noiosi, ma al tempo stesso rivelatori.

Tra dj set e live, al netto di qualche errore di calcolo e di sorprese ancora da annunciare, andiamo incontro a 27 esibizioni di piccoli e grandi fenomeni pieni di talento equamente divise tra donne, uomini e gruppi misti. Spalmate in 4 giorni ci saranno alcune esclusive per l’Italia (tra cui The National, Spiritualized, Whitney, David August) che in altre parole vuol dire che o vai a Castelbuono o ti tocca prenotare un low-cost per la capitale europea più vicina. Ci saranno alcuni debutti italiani proprio a Ypsig (Dope Saint Jude, HuntlyÓlöf Arnalds) e in alcuni casi l’uno e l’altro insieme (Fontaines DC, WWWater, Boy Azooga).

Inoltre sul palco – cosa importantissima – verranno portati 11 tra album ed ep pubblicati proprio nel 2019, in particolare quelli di: The National, Fontaines D.C., Alberto Fortis, Baloji, Giant Rooks, Pip Blom, Lafawndah, Canarie, Huntly, ⁄handlogic, che si aggiungono ad un numero altamente probabile di inediti che anticiperanno gli album che ascolteremo nel 2020, come quelli di Whitney, Giungla o I’m Not a Blonde, solo per citarne alcuni.

Osservare la line up da lontano, d’altro canto, permette di capire l’anima di Ypsigrock ed i suoi obiettivi.

Si tratta di un festival che mette al centro la qualità e la varietà della proposta artistica, senza fossilizzarsi su questo o su quel genere, né sulla scena indipendente a tutti i costi o sul nome in voga che aiuta a fare cassetto a discapito (spesso, ma non sempre) di un’idea. Come la terra che lo ospita, il festival siciliano mescola sapori e suoni, alla ricerca di un filo conduttore che possa unire e non separare. Dentro ci trovi il pop internazionale, i generi di domani, il punk, l’elettronica e, ovviamente, un po’ di nostalgia.

Un discorso a parte va fatto per due i headliner principali di questo 2019: The National e Spiritualized. Veri e propri catalizzatori della scena americana e britannica non hanno certamente bisogno di presentazioni ulteriori rispetto a quelle che, da soli, si sono fatte negli anni grazie al loro sconfinato talento. La band di Matt Berninger arriva in Sicilia con un nuovissimo e per certi versi sorprendente album e siamo abbastanza sicuri che il centro di Castelbuono sarà il palcoscenico più adatto per le mirabolanti performance della band e del loro frontman. Gli Spiritualized, invece, rappresentano il sogno nel cassetto coltivato da quasi una decade. Era il 2011 quando per motivi di salute non fu più possibile portarli in Sicilia. Ebbene, la promessa di tanti anni fa oggi diventa realtà, anche se immaginare le note di Ladies And Gentlemen We Are Floating In Space in Piazza Castello è una di quelle cose più vicine al mondo della fantascienza che a quello reale.

Torniamo alle macro categorie.

C’è tantissimo pop, di quello del tipo Bastille (o per tornare a nomi conosciuti già ad Ypsigrock quello degli Her): le tinte colorate di Baloji o quelle più esuberanti ma con diverse scivolate più malinconiche dei Giant Rooks. Quello più ricercato dei Boy Azooga, band gallese che mescola Black Sabbath ed Unknown Mortal Orchestra; quello attraente con contaminazioni jazz/elettroniche degli  ⁄handlogic, o ancora quello tutto femminile delle Let’s Eat Grandma o dei Pip Blom (che non sono i Parquet Courts che in molti aspettavano, ma su questa band puoi scommetterci un euro. Tra qualche anno ne riparliamo).

E poi ci sono i Whitney, autentica gemma nascosta tra i mandorli in fiore che è pronta a regalare momenti di vera poesia seventiees statunitense, solo che al posto dei grattacieli di Chicago e dei ciambelloni, ci saranno i pupi siciliani e cannoli di ricotta a piovere. La poesia, poi, la potrai trovare anche nell’Ex Chiesa del Crocifisso dove con ogni probabilità si esibirà anche Ólöf Arnalds, cantautrice islandese, già culto nel suo paese d’origine con il suo folk acustico Bjork orientend.

Ovviamente non può mancare il punk (con il post punk) che negli anni ha regalato momenti epici. Quest’anno la scena se la prenderanno i Fontaines D.C., autentica rivelazione del 2019 che esordirà in Italia proprio sul palco di Ypsigrock il giorno di chiusura. E se ti piacciono i chitarroni e la nostalgia del post punk classico devi assolutamente approfondire l’ascolto dei Whispering Sons (magari al Chiostro), mentre per l’inaugurazione punta sulle italianissime I’m Not A Blonde.

In questa cornice non manca mai l’elettronica, che specialmente nella giornata del sabato illumina a festa il cielo di Castelbuono, ma di quel tipo che non infastidisce i vecchietti che chiudono bottega. Diverse declinazioni ed interpretazioni, a partire dal berlinese David August, sempre elegante, sempre meticoloso e molto umano nonostante le macchine. E poi Mokado e Pick A Piper che completano un quadro potenzialmente esplosivo nel quale ambient ed house s’integrano perfettamente col paesaggio circostante.

Ypsigrock sa guardare molto lontano, si diceva in apertura. E da questo punto di vista non si rimane mai delusi quando si scoprono i nomi del futuro che completano la line up: WWWater (Charlotte Adigéry) che se non la conosci già la trovi spesso in studio a fare electro pop insieme ai Soulwax; Dope Saint Jude che racconta il Sud Africa del futuro tra Hip Hop e sexual equality. C’è LAFAWNDAH, musicista iraniana che nell’ultimo Ancestor Boy ha raccontato una storia tribale senza linee di confine; o ancora gli Huntly e Free Love, anime e codici postali diversi (Australia e Scozia), ma la stessa capacità di interpretare e sperimentare un genere che continua ad aver bisogno di nuovi interpreti.

C’è anche tanta Italia in questa edizione. Oltre ai già citati ci troverai la nostalgia degli anni 80 di Canarie, la chitarra di Giungla e La Rappresentante di Lista, band sfrontata quanto basta per arrivare alla consacrazione definitiva oltre il circuito indipendente. A chiudere il cerchio Alberto Fortis e Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini. Questi ultimi porteranno in scena Way To Blue, un tanto esclusivo quanto emozionante tributo a Nick Drake, mentre Fortis, classe 1955 ed una vita accanto al meglio del cantautorato nostrano, farà rivivere parte della Nostra storia in una regione che di Storia ne ha raccontata parecchia.

La lista della spesa è molto lunga, se sei stanco di leggere ti abbiamo preparato la playlist di Ypsigrock per prepararti al meglio a questi quattro giorni che aspettiamo tutto l’anno.