L’Ypsigrock Festival si tiene ogni anno, da 23 anni, a Castelbuono in provincia di Palermo, appena prima del ferragosto. Siamo all’interno del Parco delle Madonie, a quasi 500 metri sopra il livello del mare e se ti metti nel punto più alto di questo borgo medievale, immerso nello spettro che accoglie tutte le degradazioni di verde, puoi intravedere le onde che bagnano le coste della ben più nota Cefalù.

Nella pratica lo conosciamo tutti un festival. E tutti sappiamo anche a cosa ci si riferisce quando si parla di un boutique festival, neologismo che spesso viene utilizzato proprio per descrivere eventi a misura d’uomo come, appunto, Ypsigrock. Non solo in Italia, ma praticamente in tutte Europa, dato che anche il The Guardian lo ha inserito tra i migliori 20 boutique festival del mondo, mentre l’Independent dice proprio che eventi così belli non li trovi da nessun altra parte.

Come spesso accade, tuttavia, c’è molto di più da sapere e qui di seguito trovi qualche consiglio per viverlo nel modo migliore.

La logistica

Dal punto di vista logistico, se prendi casa a Cefalù hai sicuramente il vantaggio del mare, specie quello delle piccole insenature non attrezzate e sconosciute che offrono un’esperienza naturalistica impagabile. Evita quello dei lidi in centro perché l’unico spazio vuoto che trovi rischi di trovarlo praticamente a 50 metri dal mare. Di contro, siccome siamo in alta stagione e in Sicilia alta stagione vuol dire assalto di turisti stile sbarco in Normandia, potresti rischiare di passare mezza mattinata a cercare parcheggio e l’altra metà in coda per un’acqua ed un sofficissimo panino al latte.

Castelbuono e il castello

In mezzo, a separare il turismo di massa da Castelbuono, c’è una lunga strada in salita che conta una ventina di tornanti. Destra, sinistra, ancora destra e poi sinistra. Così per una trentina di minuti ad un’andatura di circa 50 km/h. Durante il tragitto viene spontaneo abbassare il finestrino, anche perché la brezza che colpisce il viso non è incandescente come le lingue di fuoco dei draghi, ma tiepida e piacevole. E quello di abbassarlo è anche un consiglio. A meno che tu non si allergico ad una delle circa 2600 varietà di piante che crescono in questa zona, il profumo di mandorli, fichi d’india, limoni e di altre dozzine di piante dai nomi latini rievocherà sapori e odori persi nella memoria. E poi il silenzio, quel tipo di silenzio che ti viene in mente quando pensi all’ora della siesta in Sicilia, dove percepire i versi dei grilli è regola e non eccezione.

Castelbuono è un borgo molto piccolo, quindi se alloggi direttamente in paese ogni zona è perfetta sia per la giornata, sia per il festival. A due passi trovi tutto: i bar caratteristici, il panificio, i minimarket e le botteghe con i souvenir che pensavi fossero falliti tutti a causa della globalizzazione ed anche alcuni scorci visti in Nuovo Cinema Paradiso, ambientato proprio (anche) a Castelbuono. C’è, poi, l’opzione campeggio, dove il giovedì viene ufficialmente inaugurata la rassegna con live e dj set, ma non è il posto adatto alla categoria di quelli che approfittano del festival anche per riposare comodamente.

Tutto sembra immutato e fermo nel tempo, anche i palloncini gonfiati ad elio di Spiderman e Superman e i banchetti di slow food che qui sono i legumi tradizionali (dai lupini ai ceci) che accompagnano villeggianti, turisti ed avventori da Piazza Margherita a Via S.Anna. Ed è qui, alla fine di questa stretta e caratteristica via che trovi il passaggio per entrare in quella che può essere definita la location centrale di Ypsigrock. Qui, infatti, in Piazza Castello, ai piedi del Castello dei Ventimiglia (oggi anche museo civico che ospita alcuni live) viene allestito il palco principale per gli headliners dei concerti serali.

Non solo festival

Durante il pomeriggio, invece, sono due le location scelte per l’intrattenimento: il Chiostro di San Francesco e l’ex Chiesa del Crocifisso. Il primo circondato da colonne bianchissime, la seconda parte integrante della storia stessa di Castelbuono, così suggestiva che quando finisce il live ti ritrovi gli occhi lucidi e gonfi come due palline da tennis. Qui non esistono i clash e non sei obbligato a scendere a compromessi con i tuoi gusti musicali per scegliere questo o quell’artista, né per incastrare orari e spostamenti, ma a causa dell’assenza di sovrapposizioni il consiglio è quello di avvicinarti con largo anticipo, perché è molto facile trovare una coda tipo ingresso a Disneyland. Tutti sono ben consapevoli che assistere alle performance nel chiostro o all’interno di una chiesa sconsacrata fa parte di quelle cose alle quali ripenseranno durante tutto il viaggio di ritorno o ogni volta che qualche foto apparirà sullo schermo del telefono, quindi vogliono esserci.

Se hai deciso di evitare il mare, perché non vuoi fare un torto all’Idroscalo di Milano, il resto della giornata devi assolutamente passarlo a girovagare per i vicoli stretti e le stradine che circondano le venue. Tieni a mente che sei in vacanza, quindi l’ultimo consiglio è quello di mettere da parte la frenesia e la smanie del tutto e subito. Al contrario devi tenerti al collo una macchina fotografica per catturare questi scorci e qualche spicciolo per il cibo. Sei in Sicilia ed ogni momento è buono per fare uno spuntino, non importa se l’orologio segna le 10 del mattino o le 4 del pomeriggio, ci sono sapori e delizie che ti stanno già aspettando: il gelato di Fiasconaro, che da quelle parti equivale alla 10 di Maradona per i napoletani; la granita con la brioscia, gli arancini (anche se in quella parte della Sicilia si dice arancinE); la ricotta salata a cucchiaiate, i pistacchi; il panino con suino nero e cipolla fritta o una banalissima pizzetta, così saporita che ti sembrerà di non averne mai mangiata una simile. E in questo tripudio di curve, profumi, musica e sapori, è altissima la probabilità che accanto a te, in coda per un cono, ci saranno Matt BerningerJason Pierce che biascicheranno la parola pistacchio. Il pistacchio frega tutti quanti!

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