Chi si nasconde dietro le quinte della musica indipendente italiana? Proviamo a fare chiarezza,  passando in rassegna le etichette protagoniste del settore. In fondo all’articolo trovate una playlist della label in questione.

Oggi parliamo di: Bomba Dischi.

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In un’intervista del 2013, in occasione del primo compleanno della label, il team di Bomba Dischi si era già prefissato un obiettivo piuttosto ambizioso da raggiungere:

Bomba Dischi vuole diventare la più grande etichetta d’Italia.

Quattro anni più tardi, complice l’exploit di Calcutta e le chiacchieratissime release di Pop X, Giorgio Poi e Carl Brave x Franco 126, quel traguardo sembra decisamente più a portata di mano.

Capitanata da Davide Caucci, già “king” del Roma Brucia Festival, Bomba Dischi nasce dall’incontro di varie realtà da tempo molto attive sul territorio romano: Sporco Impossibile,  Il Polimorfo, La Tua Fottuta Musica Alternativa. Dopo una prima pubblicazione, nel 2012, del debutto dei Boxerin Club e dell’album dei Piano for Airport, la label comincia a prenderci gusto e nel 2013 dà alle stampe What’s In The Cube? dei Bamboo, l’eco-band che suona con oggetti riciclati, e soprattutto Goldfoil,  l’esordio da solista di Adriano Viterbini.

Per non farsi mancare niente vince anche Tutto Molto Bello, il torneo di calcetto per etichette indipendenti.

Dopo un 2014 in sordina, almeno dal punto di vista discografico, l’etichetta ritorna in auge l’anno seguente con una carrellata di produzioni firmate Bomba Dischi. Voyage Extraordinaires dei Sadside Projects, la ristampa dei celebri primi due album dei Jennifer Gentle (I Am You Are e Funny Creatures Lane), il ritorno dei Departure Ave con Yarn ed il secondo disco del chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion (Film O Sound) bastavano a rendere il 2015 un gran bel momento per la casa discografica romana, trasformatosi definitivamente in annata memorabile con la sorpresa Mainstream di Calcutta.

L’album spartiacque della musica italiana degli anni ’10 segna, infatti, la vera e propria esplosione di Bomba Dischi: il nome dell’etichetta romana comincia a circolare al di fuori del circuito degli addetti ai lavori e le sue bombe generano sempre più curiosità.

Con un passato di produzioni di spessore alle spalle e la popolarità trascinata da Calcutta, all’etichetta è bastato poco per prendersi anche il biennio 2016-2017.

Di fatto, non c’è disco pubblicato in questo lasso di tempo che non sia degno di nota o che non sia stato capace di smuovere l’interesse del pubblico. Il pop/anti-pop di Pop X non è certo passato inosservato, così come due degli esordi italiani che più ricorderemo in questo 2017 sono usciti sotto il segno dell’ananas a forma di granata (o viceversa): Fa niente di Giorgio Poi e Polaroid di Carl Brave x Franco 126. A ricordarci che c’è ancora tanta altra qualità oltre l’hype ci pensano poi il ritorno di Persian Pelican (Sleeping Beauty, Bomba Dischi/Trovarobato/Malintenti Dischi) ed il primo full-lenght dei John Canoe.

Difficile capire come Bomba Dischi deciderà di muoversi in futuro, visto che, a quanto pare, la label non sta cercando di identificarsi con un genere ben definito; intanto, i due singoli del misterioso Germanò e l’inedito degli Amari su YouTube confermano che l’etichetta è tutt’altro che al riposo.

Prima che la label romana ci sorprenda ancora (a quando un album trap targato Bomba Dischi?), godetevi questa bomba di playlist.