Mi chiamo Laura e ho 17 anni, faccio il liceo linguistico ma sono molto brava in matematica. Sono nata il 19 marzo, questo fa di me un Pesci, che dovrebbe essere un segno molto tenero ma non mi sento per niente tenera, non so. Stamattina ho detto la mia prima parolaccia alle sei e quarantatré, davanti allo specchio, quando ho visto che mi è comparso un brufolo enorme in mezzo alla fronte. Ho i capelli che sembrano paglia, i fianchi diventano ogni giorno più larghi, il pensiero di mettermi il costume la settimana prossima alla festa in piscina da Pietro mi terrorizza, sono anni che non riesco più a gestire tutti i peli che il mio corpo produce e ho ancora i brufoli. Forse è per tutte queste cose che Davide mi ha lasciato, che i miei non mi chiedono mai come sto, che le mie amiche sembrano sempre così belle e luminose e simpatiche e io, beh, sono solo una Pesci. Un po’ noiosa, un po’ anonima, un po’ uguale a tutti.

Non ascolto moltissima musica, ma l’altro giorno ho visto lo spot di un disco e mi sono innamorata della copertina, una ragazza semplice ma bellissima su uno sfondo lilla, la faccia colorata, la lingua di fuori. Qualcosa mi diceva di ascoltarlo, che lì avrei trovato qualcosa, che tale Olivia Rodrigo aveva qualcosa da dirmi e che era qualcosa di importante.

Non mi sbagliavo.

In SOUR la voce di Olivia mi ha parlato come quella di un’amica che si sfoga su un muretto alle undici di una sera d’estate, quell’amica un po’ più grande che ti compra la birra e le sigarette e sembra invincibile. In ogni canzone riuscivo a vedere la personalità di Olivia diventare sempre più vivida, sempre più definita, un’adolescente che avrei potuto incontrare nei corridoi del mio liceo. Una ragazza affascinante, divertente, solare ma introspettiva, una di quelle rare ragazze illuminate che riescono a capire il dramma dell’essere adolescenti mentre ancora lo sono. Olivia canta di cuori infranti, di ragazzi che l’hanno lasciata, di parcheggi a S difficilissimi e di giornate passate a pensare a qualcuno ossessivamente, e lo fa suonando esattamente come io ho bisogno che suoni.

Certo, qualcuno potrebbe dire che è musica “semplice, un po’ banale“, ma le sue parole sono così dirette e sincere che non mi importa se le canzoni si somigliano un po’ tutte. E poi non è proprio vero: il mood è uniforme, ma non monotono e spesso Olivia fa dei cambi di ritmo incredibili, le canzoni sembrano cambiare come il mio umore quando parlo di Davide e Susanna che ora, a quanto pare, escono insieme. Ben per loro.

SOUR è diventato la colonna sonora di questo periodo della mia vita, e ogni sera mi ritrovo ad ascoltare le parole di Olivia e a pensare quanto vorrei essere anche io così cazzuta, e quando la ascolto mi sento anche io un po’ così. Non so quanto durerà, non so nemmeno perché sto scrivendo queste parole ma sentivo il bisogno di parlarne. È sera e il brufolo sulla fronte è ancora lì, Davide non mi ha scritto e non ho fatto i compiti di francese. I miei stanno per tornare e mi dà fastidio pensarci, ma non so dire perché. Posso farcela, possiamo farcela tutti, finché gente come Olivia farà musica così ci sarà sempre qualcuno capace di parlarci alla pari, qualcuno capace di capirci, qualcuno che ci spieghi come sopravvivere a tutto questo.

Apro le finestre di camera mia e riparto da brutal, che forse è la mia preferita, e per un po’ sono sempre Laura, ma un po’ meglio: essere dei Pesci mi piace, questo disco è una bomba, Davide può anche andare affanculo.

Stasera sto da dio. Grazie Olivia, grazie di cuore.

Tracce consigliate: brutal, jealousy