Nel novembre 2016 una ragazza norvegese di 17 anni carica su Soundcloud un brano dedicato alla persona di cui si è innamorata, una certa Hannah: quel brano è i wanna be your girlfriend e lei è Marie Ulven, meglio conosciuta con il moniker girl in red. Quel racconto di un amore non corrisposto guadagna in breve tempo milioni di stream e Marie inizia ad ottenere un largo seguito online. I successivi singoli girls e we fell in love in october, proseguendo nell’esplorazione delle medesime tematiche, trasformano girl in red in un’icona soprattutto su TikTok, dove la frase “Do you listen to Girl in Red?” diventa addirittura un codice identificativo nella comunità queer.
if i could make it go quiet, album di debutto uscito per AWAL (servizio di distribuzione che permette agli artisti di mantenere il possesso sul proprio master), arriva quindi con un grosso carico di aspettative: aspettative che, però, vengono disattese quasi subito.
Il disco parte forte con Serotonin, un bel pezzo pop in cui le veloci rullate di batteria e le chitarrine del ritornello si alternano alla grande con le strofe R&B addirittura rappate dalla cantautrice norvegese. Un brano iper-prodotto (in cabina di regia c’è FINNEAS, fratello di Billie Eilish), agli antipodi rispetto al bedroom-pop degli esordi, ma che sorprende in positivo e che ci fa ben sperare per il proseguo dell’album. La sensazione, ascoltando Serotonin, è quella di trovarsi di fronte proprio a Billie Eilish: il che non sarebbe un male se solo questa trasformazione fosse stata abbracciata nella sua interezza anche nelle restanti 10 tracce. Invece pare che il viaggio dalla cameretta di Horten a Los Angeles si sia bloccato poco dopo la partenza, neanche il tempo di raggiungere l’aeroporto di Oslo.
Sembra infatti che if i could make it go quiet non sappia bene che strada voglia prendere: cogliamo i primi segnali ben presto con Did You Come?, una fotocopia mal riuscita della stessa Serotonin, e con Body and Mind, un brano che scivola pericolosamente nei territori di Twenty One Pilots e Imagine Dragons. Il pop-punk di You Stupid Bitch cambia nuovamente le carte in tavola e noi ci sentiamo spaesati come al termine di un giro sulle montagne russe: il brano però ha almeno il merito di farci risvegliare dal momentaneo torpore causato dalla piano ballad hornylovesickmess e da midnight love, prima e non ultima coppia di filler del disco. Nella seconda parte dell’album le cose non vanno meglio, tutt’altro: l’indie-folk di Rue, caratterizzato da incursioni di beat elettronici, e l’ottimistica I’ll Call You Mine sono gli unici momenti relativamente interessanti di una sezione che ci regala anche una conclusione strumentale (it would feel like this) di cui non sentivamo per nulla bisogno.
La pecca più grande di if i could make it go quiet, però, è probabilmente lo stesso motivo che ha reso girl in red così celebre online: l’innata capacità di sapere parlare in maniera onesta e libera di amore, delusioni, ansie, depressione alla propria generazione. Argomenti già di per sé per nulla originali e che qui vengono riproposti in tutte le salse in maniera forzata e a dir poco ispirata: “The perfect one for you is me”, “I treated you like trash / And you deserve more than that”, “Able to look you right in the eyes / Say I’m not your consolation prize” sono solo alcuni dei versi presenti nelle 11 tracce che rendono ben chiaro il senso di pesantezza generale che pervade quasi tutti i 33 minuti di ascolto. Basta davvero Marie, risparmiaci.
Alla fine, tirando le somme, dobbiamo purtroppo parlare di questo debutto come di un passo falso, considerate anche le alte aspettative: non si tratta certamente di un disco brutto, ma è confuso, noioso, scivola via senza lasciare alcuna traccia. È un album che soddisferà sicuramente il palato dei moody TikTokers, pronti a scovare una nuova we fell in love in october da condividere nei loro video/storie/reel. Sotto questa patina, però, in if i could make it go quiet resta poco da salvare ed è un peccato perché girl in red aveva dimostrato di avere molto da dire con i primi EP. Rimaniamo in attesa del sophomore per capire se Marie Ulven abbia voglia di essere qualcosa di più di una cantante adatta esclusivamente alle nostre storie Instagram e di cui dimenticheremo facilmente il nome tra qualche mese anno parlando con i nostri amici: “Dai, quella di i wanna be your girlfriend”.
Tracce consigliate: Serotonin