Poteva anche non servire l’album in questo caso; sono bastati solo due giorni, quelle 48 ore intercorse tra l’annuncio-valanga del nuovo lavoro e la sua uscita (17-19 novembre) per saldare Marracash al vertice della piramide alimentare della discografia italiana contemporanea: ormai quando esce una roba sua nuova, divora tutto ciò che c’è intorno.

Con NOI, LORO, GLI ALTRI il rapper quarantenne dimostra che la consapevolezza artistica raggiunta con Persona è ancora lì, viva, ad alimentare la sua musica. Menzioniamo Persona perché quell’album è stato uno spartiacque della carriera di Marracash, è stato un qualcosa che lo ha sottratto dall’immagine da rapper ancient regime che si aveva di lui ed ha restituito invece un autore profondamente introspettivo – autore che ha sfornato una delle pietre angolari degli anni ’10 italiani, non solo dal punto di vista dell’hip-hop.

Il nuovo album fa un passo verso nuovi lidi. NOI, LORO, GLI ALTRI è – diciamo – la versione meno lirica della nuova versione di Marracash. Che vuol dire? Rispetto a Persona, le 14 tessere del nuovo disco non sono tutte nate dall’interno dell’autore, non vengono tutte dal petto di Marra, ma sono brani di più ampio respiro, pezzi che, come dice il titolo, riguardano la pluralità, in ogni sua sfaccettatura. Non solo un io che racconta i frantumi di sé, quindi, ma un io che alza lo sguardo ed osserva l’ecosistema, competitivo e ipocrita, di cui fa parte – il nostro presente. Un disco meno di cuore e più di cervello, e non a caso la canzone di Persona più vicina a questo nuovo album è QUELLI CHE NON PENSANO, un brano di profonda critica sociale (del 2018) a cui è stato assegnato nel titolo, tra le varie parti del corpo assegnate a ogni brano, proprio “il cervello“.

Sotto le produzioni di Marz e Zef, NOI, LORO, GLI ALTRI fa tanti passaggi attraverso canzoni incazzate (“Fai sognare gli italiani, io li vorrei svegliare“), costituite da barre avvelenate, come quelle di LORO, PAGLIACCIO, CLIFFHANGER e soprattutto COSPLAYER, uno dei pezzi più memorabili dell’album. In questi casi, Marracash si trova nella sua zona di conforto, quella per cui ha sempre dimostrato di essere tra i migliori in Italia: rap roccioso, rime complesse, penna affilata. Sono più sperimentali invece quei brani in cui Marra usa la voce in modo inusuale per lui, e azzarda ciò nei pezzi più delicati del disco: LAUREA AD HONOREM ne è un esempio, anche per l’accostamento con Calcutta che canta il ritornello. Su questa lunghezza d’onda c’è DUBBI, in cui si torna a sentire la quota lirica di Persona; DUBBI è una canzone che scava a fondo l’animo dell’ascoltatore, così come fa IO, che su un sample basato su Gli angeli di Vasco Rossi, tratta dell’ipocrisia quotidiana che investe ognuno di noi (“l’ipocrisia è l’invenzione del secolo / segui la tua verità per la loro bugia“).

E invece CRAZY LOVE? un pezzo che esce anche dai solchi del disco, visto che nasce per raccontare la storia con Elodie (Marra e Elodie sono stati insieme dal 2019 fino a poco tempo prima dell’uscita dell’album, ndr) e finisce invece per raccontarne la fine, attraverso il videoclip ispirato alla performance Rest Energy di Marina Abramovic e Ulay. Va detto che c’è poco amore in NOI, LORO, GLI ALTRI, oltre a CRAZY LOVE c’è infatti NEMESI (con BLANCO) e poco altro, ossia ∞LOVE con Guè, pezzo che dopo il brividino che ti dà per il sample di Infinity, ti lascia interdetto per la pochezza di ciò segue (“Gioielli e fama, Vuitton e Prada / non contan nada se tu non sei con me“); però comunque, nemmeno a dirlo, LOVE è chiaramente il brano in cima alle classifiche di ogni servizio di ascolto. Ma tra le più radiofoniche non era meglio GLI ALTRI (Giorgi stupidi)?

Ma vabbè, questi sono dettagli. Che altro dire. Ormai è dal 2018, da quando si sono convertiti anche quelli che erano Club Dogo-repellenti, che dobbiamo fare i conti col fatto che Marracash è uno dei pochissimi in Italia in grado di sfornare album veri, dal primo all’ultimo minuto. Super predatore.

Tracce consigliate: cosplayer, Dubbi, Laurea Ad Honorem