In pochi lo ricordano, ma nel 2020 è uscito il debutto solista di Hayley Williams dei Paramore. Lo dico perché già a una settimana dall’uscita non ne parlava praticamente più nessuno – forse tutti completamente intossicati da una strategia di pubblicazione abbastanza folle, con lo svelamento di un brano a settimana che andava a formare un trio di EP che andava poi a sua volta a  formare il disco. Alla fine abbiamo avuto 3 mesi buoni saturati di Hayley Williams e lockdown, e quando Petals For Armor è uscito ce lo siamo cagati in pochi. E certo, perché l’avevamo praticamente già ascoltato!

Per questo nuovo FLOWERS for VASES / descansos la strategia è cambiata drasticamente: teasing misterioso, Hayley stessa che regala cd ai fan chiedendogli di leakare online il contenuto (il brano My Limb). Poi l’annuncio social il giorno prima, la pubblicazione, stop. E, così come Petals For Amor era a tratti espansivo e pieno – nei suoni come nel marketing -, FLOWERS for VASES / descansos suona intimo, urgente, immediato. Hayley l’ha definito un prequel del debutto e le sue parole sono confermate: i petali dei brani, che fiorivano così rigogliosamente l’anno scorso, qui sono ancora delle gemme in attesa di sbocciare. Tranquilli, per qualcuno l’inverno è la stagione più bella di tutte.

Dire “questo è il disco acustico di Hayley Williams” potrebbe farvi pensare ad una sequela infinita di The Only Exception, ma vi sbagliereste. È impossibile togliere il pop dal suo background e songwriting, ma il risultato di FLOWERS for VASES / descansos è una sequenza di brani e stili diversi che abbracciano tanto Taylor Swift quanto Phoebe Bridgers, con l’aggiunta non da poco che la Williams ha suonato ogni singolo strumento qui dentro, a differenza di Petals. Risultato? Il più classico degli album da quarantena, registrato in solitaria nella casa di Nashville ed ancora più personale nei temi, nel cercare di scendere a patti con i postumi di un divorzio difficile da superare. 

All I ever had to say about love is a sad song
I get off on telling everybody what went wrong
It makes me feel like the pain had a purpose
Keeps me believing that maybe it’s worth it

Si apre così Trigger, uno dei brani più rappresentativi e ispirati dell’album. Un crescendo quasi classico nel suo arpeggiare acustico e un ritornello che fa capire molte cose di una relazione più volte definita come tossica (“‘Cause I got the trigger, but you hold the gun/ How come you never put the safety on?”). My Limb, al contrario, è il pezzo che più si avvicina al debutto solista, con il suo coro ossessivo e oscuro, mentre KYRH pare uscire direttamente da folklore (album di Taylor Swift), sia nella musica che nel cantato. Discone tristone quindi? Nì, ci sono pure momenti come Over Those Hills che si aprono ☹️  e si chiudono 🤗 , oppure l’ultima Just A Lover, che sfocia in una schitarrata liberatoria e in un’autoanalisi di Hayley su quello che stava per fare per salvare il suo matrimonio, tipo cadere vittima dell’alcool o lasciare i Paramore.

FLOWERS for VASES / descansos suona bene quanto Petals For Armor, ma ha dalla sua una genuinità e una sincerità disarmanti, che mettono alla voce di Hayley Williams un vestito migliore rispetto agli effetti distorti di Creepin’ o al basso funk di Cinnamon. Il risultato è davvero il suo folklore, l’album da lockdown, lo spiraglio su una carriera solista che adesso è davvero aperta a mille possibilità. I petali non saranno ancora sbocciati, ma i fiori sono tutti nei vasi e siamo pronti ad aspettare che l’aria si riempia di colori e profumi.

Tracce consigliate: Trigger, KYRH, Asystole