Shoegaze!
Shoegaze!
Shoegaze!

Non si riesce a contenerli, dilagano.
Sia chiaro, non che sia una piaga ce li ascoltiamo molto volentieri ma tutto sommato non c’è ad oggi ancora molto da dire (l’unica condizione è che non si spiattellino lì distorsioni insulse e riverberi di merda, che avete un pò cagato il cazzo).
Questi quattro ragazzotti di origini sparse (Edmonton, Dresden, San Diego) si ritrovano a Londra e decidono di formare una band sotto il nome di Cheatahs; due EP (Coared, Sans) e un mezzo disco realizzato l’anno scorso intitolato Extended Plays li introducono al mondo.
Idee chiare e riferimenti altrettanto chiari fanno di questo disco uno di quelli che ti prendi bene inizialmente ma che poi, scavando a fondo, ti rendi conto che non c’è niente di nuovo e ti rifugi inevitabilmente nel classicotto imprescindibile (Loveless).
Tutto molto piacevole eh, soprattutto per chi ama farsi cullare da atmosfere dreamy modestamente cartavetrate, chitarre che sembrano suonare sempre nella stessa tonalità, un flusso musicale continuo ben prodotto e studiato che non cede troppo a tentazioni melodiche con arrangiamenti neanche troppo degni di nota.

Cheatahs = quartetto inglese che sente il bisogno di ricondurci tutti sulla retta via, che tenta di concretizzare un nuovo baluardo dello shoegaze pur sapendo che in circolazione c’è chi lo ha sempre fatto e lo continua a fare con risultati neanche lontanamente raggiungibili. Scelta non troppo intelligente ma coraggiosa quindi ascoltatevelo, cercate di apprezzarlo, non lasciatevi prendere dal panico e andate a vederli che ad Aprile si fanno un giro nel nostro paese sempre che non abbiate visto già i My Bloody Valentine (in quel caso statevene belli drogati a casa).

Tracce consigliate:  Get Tight