Lo shoegaze è probabilmente il genere che è più facile sia fatto di merda. Palate di riverberi, distorsioni infinite e ultralogorroiche sbrodolate: l‘hanno capito piuttosto bene i No Joy, band canadese fondata da Jasamine White-Gluz e Laura Lloyd, e si sono impegnati un sacco. Dopo un esordio sicuramente interessante come Ghost Blonde ed un successivo Ep poco convincente, sono arrivati ora al fatidico bivio “essere una band coi controcoglioni/non esserlo“: ascoltate questo Wait To Pleasure, e tendenzialmente penserete “lo sono“.

All’opposto dell’Ep Negaverse, suo più ultimo predecessore, questo Wait To Pleasure è un disco convincente, coeso ed allo stesso tempo molto variegato, ispirato e sicuramente conciso.
Alternando episodi molto melodici ed aperti come l’incantevole Hare Tarot Lies ad altri più cupi e veloci, o meno suonati, questo disco riesce a non farci annoiare mai.
L’opening track E è un incipit potenete e rumoroso, arrangiato magistralmente soprattutto per quanto riguarda le parti vocali, che, inserendosi in un contesto sonoro molto sporco, danno quel che al pezzo necessario a renderlo figo. Dopo una lunga coda in crescendo, arriva la già citata Hare Tarot Lies, che, unendo fortunatissime ed ispirate melodie ad una precisa ed operativa attenzione per le dinamiche, costituisce probabilmente l’episodio più riuscito dell’album intero. Seguono Prodigy e Slug Night, che con puntuale precisione spazzano via l’atmosfera sognante del brano precedente, eliminando all’istante il rischio-noia. Poi Blue Neck Riviera, che nonostante le decise tinte electro non risulta assolutamente fuori luogo, ma riesce, al contrario, a tagliare ancora di più l’aria, facendoci procedere un passo alla volta nel nostro viaggio dai continui e sorprendenti cambi di panorama. Con le successive Lizard Kids, Lunar Phobia e Wrack Attack, i nostri cari No Joy continuano a soprenderci per varietà e concisione, offrendoci un ascolto veramente variegato. Questo disco è veramente vario pur essendo solido e sempre coerente; pone episodi veramente antitetici in rapida successione, tutti segnati da un indiscutibile gusto compositivo e ottimi arrangiamenti. All’ottima Ignored Pets segue Plasure, e poi ancora Uhy Yuoi Yoi, brano forse un po’ poco incisivo ma comunque molto gradevole, con il quale il disco giunge a conclusione.

Questo Wait To Pleasure riesce a spazzare via i dubbi sorti dall’ascolto del precedente Ep, riprendere la freschezza e l’ispirazione che avevano caratterizzato l’esordio Ghost Blonde, unirle ad una maggiore capacità di arrangiamento e ad una visione d’insieme decisamente più ampia. Questo disco non è un capolavoro assoluto, riesce tuttavia ad uscire magistralmente dai cliché del settore, dando all’ascoltatore ciò che si aspetta comperando un disco shoegaze condito da una buona dose di inaspettato.
Buone le canzoni, ottimi gli arrangiamenti, favolosi gli accostamenti, e la noia non arriva proprio mai. Continuate così.

Tracce consigliate: Hare Tarot Lies, Lunar Phobia

7.9/10