L’aiuto che può arrivarti dai social network per la creazione di un tuo nome e conseguente spazio all’interno di una scena musicale è qualcosa di non quantificabile. Credo sia inutile dire e sottolineare che dopo un eclatante post su di un qualunque social dovrà poi corrispondere una controparte di qualità da esporre ai pesci caduti nella rete dello “sparare in alto per prendere qualcosa”. Gli Eagulls hanno usato questo metodo con un arrogante attacco alle mode musicali portatrici del nulla fatte da ricchi figli di papà che si vestono come coglioni della Disney (questa è la mia sintesi, non molto distante dall’originale).

Il loro aspetto li aiuta nel rendere convincente questo messaggio. Loro sono gli inglesi brutti e sporchi, quelli dei sobborghi tirati su a bottigliate contro i muri di mattoni delle piccole case. Quelli che prima di uscire non si fanno belli allo specchio perché magari hanno perso un dente la sera prima nel pub. Prendono una maglia, si mettono i soliti jeans e una giacca robusta per non farsi entrare il freddo nelle ossa. Poi camminano nervosamente nelle loro vie fotocopia, casa dopo casa, fatte con lo stampino. Nerve Endings è il pezzo che ti fa camminare con lo sguardo torvo per strada, quello che fa preoccupare le anziane del tuo quartiere, perché sentono i tuoi nervi tirati come corde di violino e non vorrebbero essere loro il motivo della rottura.

Stiamo parlando di revival post-punk, sempre lui, quello che fa storcere il naso ai puristi che lo vedono come una volgare risciacquatura ad opera di ragazzini che vogliono fare i depressi duri. Ma i tamburi della batteria di Hollow Visions fracasserebbero le teste di questi cosidetti puristi. E la voce di George Mitchell farebbe risuonare “HollowVisionsHollowVisions” nella loro scatola cranica. Tough Luck è il brano che ti carica in maniera assurda, il basso sostituisce le palpitazioni del tuo cuore e nel caso siate gli stessi che prima passeggiavano tra le anziane ora vi trovate alla fermata del bus in cui vi trattenete a malapena dall’urlare insieme al cantante.

Possessed ha fatto arrivare gli Eagulls fino al Letterman Show, una cosa che a band come gli Iceage non è mai successa. Nomino i danesi perché sono la più recente associazione alla band di Leeds. Gli Iceage non sono arrivati mai lì non perché siano duri e ribelli contro il sistema ma perché a differenza degli Eagulls non hanno saputo tirar fuori pezzi che si incidono in testa come un’aneurisma. Gli Eagulls con il loro post-punk sguaiato e senza fronzoli non dimenticano però di usare il metodo più antico del mondo per rendere un pezzo catchy, cantare fino a perdere la voce lo stesso ritornello in continuazione.

Degli Iceage, se vi son piaciuti, vi saranno rimasti in mente i pressure! pressure! di Ecstasy o white rune! I am White Rune! Ecco, degli Eagulls vi rimarrà tutto l’album in blocco. Fester/Blister è… dritta. Perché sprecare aggettivi per una cosa così diretta? Non ci sono le raffinatezze che potete trovare negli stralci di Silence Yourself delle Savages, in quest’album non vi verrà mai in mente di pensare a Siouxsie & The Banshees.

E’ un album testosteronico (Soulless Youth ne è l’ultima enorme conferma) e se trovare una donna a cui piacciono gli Eagulls – sto parlando agli uomini – nel caso non sia lesbica è la donna della vostra vita.

Tracce consigliate: Tough Luck, Possessed, Soulless Youth