atlas-genius-624x624Label: Warner Bros
Year: 2013

Simile a:
Strange Talk – Cast Away
The Kooks – Inside In/Inside Out
Phoenix – Wolfgang Amadeus Phoenix

Annunciati come una delle next big thing del pop australiano (terreno di coltura per cui ho apertamente un debole, vedi qui, qui, qui), gli Atlas Genius, nonostante nessun album all’attivo, qualche risultato notevole già l’hanno collezionato. Un paio di singolo decisamente riusciti, prima di tutto, uno, Trojans, che sembra provenire da un ipotetico mondo in cui i Kooks di Naive hanno proseguito un’onesta carriera senza fare di tutto per coprirsi di ridicolo, l’altro If So, di stampo marcatamente twodoorcinemaclubbesco (e oso dire a livello delle loro canzoni migliori) e già inserito all’interno della colonna sonora di Fifa 2013, i cui editor quest’anno in fatto di nomi emergenti hanno avuto un lungo orecchio (fra gli altri St. Lucia, Bastille, Django Django, Elliphant, The Royal Concept). Con questi presupposti, devo dire che, pur non aspettandomi capolavori, ero curioso di sentire il primo album di questi Atlas Genius. Diciamo che ero abbastanza sicuro di potermi ascoltare un album divertente e con belle melodie capaci di farmi scivolare con allegria dall’inverno ai primi sprazzi di primavera. Con cuor lieto e belle speranze nell’animo sono quindi giunto a fare play. Ecco il risultato.

Electric, canzone piacevole, forse la più in linea con l’affolato filone synthpop delle loro parti.
If So, singolo già noto, bello, ma per l’appunto non una novità.
Back Seat, i Phoenix che alle prove cazzeggiano sovrapensiero cercando di scrivere una b-side, per poi rinunciare dopo 5 minuti.
Trojans, la simil Naive di cui dicevo sopra.
Through the Glass, dove sarebbero oggi i Coldplay se si fossero presentati al mondo con Viva La Vida (ma senza produzione da superband).
On a Day, altro potenziale singolo, seppur meno incisivo dei due usciti finora.

Tracce 7-11: vuoto pneumatico. Come se qualcuno (guardando la label, qualche sospetto potrebbe sorgere) avesse provato in tutti i modi a far uscire l’album il prima possibile per sfruttare il relativo successo dei singoli, riempiendo il tempo mancante ai canonici 40 minuti inserendo ogni accordo e strofa mai usciti dalla testa dei componenti del gruppo. Che poi uno dice, mescolatele almeno le canzoni, che tanta inutilità messa così in fila e tutta in fondo poi si fa notare

Mondo ingiusto. Aspettavo un album rallegrante, e me ne trovo mezzo, di cui i pezzi migliori già sentiti, masticati e digeriti. Cari Atlas, vi pare il modo di deludere chi con così tanta bendisposizione era disposto a diventare vostro fan? Mi sembra doveroso ripagarvi con lo stesso trattamento, per cui prenderò il voto che vi avrei dato fino alla traccia numero 6, e ve lo dimezzerò.

Reccomended track: Trojans