strange-talk-cast-awayEtichetta: Sony Music
Anno: 2013

Simile a:
Cut Copy – Zonoscope
Neon Indian – Era Extraña
Gypsy And The Cat – The Late Blue

Gli Strange Talk non rappresentano proprio un nome inedito per chiunque segua la florida scena synth pop australiana: in giro dal 2010, il loro primo EP risale al 2011, e di sicuro le loro due hit Climbing Walls e Eskimo Boy saranno passate per le orecchie di tutti, finite anche nella colonna sonora di diverse serie tv come ad esempio 90210. Nonostante questo il loro primo album arriva solo adesso, ispirato, a detta loro, non solo dagli ovvi compagni di scena Cut Copy, Van She, Bag Raiders, ma anche da “M83, Justice, Daft Punk, Michael Jackson e Queen”. A giudicare da queste dichiarazioni ci si aspetta di trovarsi di fronte a un album molto vario, e in effetti così è, anche se spesso i riferimenti sembrano altri rispetto a quelli appena elencati. Dopo Cast Away in apertura, singolo perfettamente in linea con le produzioni precedenti e caratterizzato da synth e batteria 80s sempre godibili anche se di sicuro abbastanza abusati, la prima variazione rispetto ai pezzi passati la troviamo in Falling in Love: qui, più che dallo spirito di Michael Jackson e Freddie Mercury, gli Strange Talk sembrano posseduti dall’orrido topo Deadmau5, con un ritornello trance che potrebbe funzionare su piste ben più ampie di quelle battute finora, senza che questo sia per forza un bene. Andando avanti, si arriva a Another Day, anche qui un’influenza si riconosce chiaramente, ed è senza dubbio quella di Neon Indian. Rispetto all’originale, il tutto è molto più diretto e accessibile, ma comunque interessante. Altro cambio in So So La La, dove l’attacco di archi fa pensare da aver per sbaglio attivato la riproduzione casuale e di essere finito su una canzone di Rihanna, siamo qui al momento più sfacciatamente pop dell’album, ma se tutto il pop fosse fatto così le radio e il mondo sarebbero dei posti migliori. Nella seconda parte dell’album c’è spazio anche per un paio di tracce più lente, dalla quasi reggaeggiante Visions a Come Back Home (forse il pezzo più debole, con un assolo di chitarra che mi ha ricordato Notti Magiche di Gianna Nannini), passando per la già conosciuta Climbing Walls, e poi, altra bella sorpresa, Morning Sun, un pezzo degno dei Cut Copy più in forma. Per ultima, ecco apparire esplicita con Wanted (Dead or Alive) l’ispirazione a Michael Jackson millantata in precedenza dal gruppo, chiusura degna di un album che vuole essere pop, molto pop, vuole far muovere più che pensare, senza però ricorrere (a parte in rari casi) ad espedienti scontati o in grado di abbassare la qualità del tutto, con un’alchimia che se da queste parti sembra così difficile da ottenere, in Australia utlimamente sembra naturale come incontrare un canguro a lato della strada.

Reccomended Tracks: Morning Sun, Cast Away.