GYPSY AND THE CAT
THE LATE BLUE – Aslatian Music

Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’OCSE (perché qui a Deer Waves siamo anche fini conoscitori di politica estera), l’Australia risulta essere il paese più felice del mondo. L’economia cresce, l’ambiente è rigoglioso, lo stile di vita è rilassato e tutti si accalcano a creare band che fanno musica solare, felice e distesa. Da qui provengono Miami Horror, Empire of the Sun, Pnau, Cut Copy, Presets, Van She (e pure Kylie Minogue): praticamente tutto il meglio del synth-pop uscito in questi ultimi anni. Dalle stesse latitudini e dallo stesso filone provengono anche i Gypsy and the Cat, che tornano ora con il loro secondo album dopo Gilgamesh, del 2010: un album che, pur non raggiungendo i livelli di successo dei nomi già citati, si era comunque fatto notare grazie a qualche canzone notevole e ai remix di gente come Aeroplane o Shazam.
In questo album il suono si mantiene in linea con il loro debutto, pur virando ulteriormente verso un dream pop ripulito dall’elettronica e dagli spazi ancora più dilatati: ad esempio è il caso della canzone che da il titolo all’album The Late Blue, che potrebbe ricordare gli episodi più riusciti del secondo album degli MGMT, o della conclusiva When Micky Came In.
Altra band che inevitabilmente viene in mente durante l’ascolto sono i Foster the People, anche loro australiani, la cui hit Pumped Up Kicks ricorda piuttosto da vicino It’s a Fine Line:  ma uno dei pregi dell’album è che tutte queste assonanze con altri gruppi non suonano fastidiose, perché i Gypsy, anche senza mai stravolgere questo tipo di sonorità in maniera realmente innovativa, riescono sempre a interpretarle in maniera impeccabile.
Lo stesso si può dire nella parte dell’album contraddistinta da ritmi meno allentati: in Bloom, con batteria, basso e chitarra vanno a costruire una base quasi new-wave su cui la voce del cantante sembra galleggiare, mentre Zombie World è un pezzo indie-dance capace di lasciarti una voglia di scene stereotipate legate alla primavera tipo corse nei prati, viaggi in macchina col vento tra i capelli, aquiloni che volano.
Già, perché ora in Australia è pure primavera.