THE PRESETS

PACIFICA – Modular Records

Non molto tempo fa, c’è stato un periodo in cui il sacro graal della musica sembrava diventato la ricerca dell’ibrido perfetto fra dance e rock . C’è chi questa ricerca la approcciava da una parte (come i Franz Ferdinand, che dichiaravano “We want to make rock music that girls could dance to”), chi dall’altra (come i Digitalism, che rispondevano “We are making dance music that makes people rock”). I Presets facevano senza dubbio parte di questo secondo partito, basta riascoltare il loro debutto “Beams” e in particolare il singolo “ Are you the one?”, ma mentre parte dei loro colleghi (a volte imitatori) hanno fatto in seguito il grande salto verso arene e pubblici di massa, i Presets sono rimasti un fenomeno di culto, con una base di seguaci affezionata ma non troppo allargata, almeno da queste parti. Nel frattempo, tutti questi tentativi sono sicuramente un po’ passati di moda, ma i Presets dimostrano con Pacifica, il loro terzo album, di essere riusciti allo stesso tempo di evitare di paludarsi nel loro passato, e allo stesso tempo di aver evoluto il loro suono in modo da riuscire a non scontentare anche il loro gelosissimo zoccolo duro di fan della prima ora. Nell’album si possono infatti trovare una varietà incredibile di stili e influenze che riescono a coprire buona parte dei trend attuali (ma anche passati) del mondo elettronico, senza per questo mai risultare derivativi, già a partire dall’apertura “Youth In Trouble”: neanche il tempo di fare un respiro profondo per tuffarti nell’ascolto dell’album, e subito ti ritrovi proiettato in una riattualizzata cavalcata techno stile Underworld dei tempi di “Beaucoup fish”. I beat rallentano invece in “Ghosts”, e ti conducono a quell’esplosione di felicità pura che è “Promises”, synthpop con ritornello in stile M83, per poi compiere un’altra virata verso i suoni ossessivi e sintetici di “Push”. 4 canzoni, nessuna ripetizione, nessun momento di noia, e nessun appiglio per muovere una qualche critica un minimo rilevante, come pure quando si scrive una recensione si è sempre tentati di fare. Ma la varietà di Pacifica non si esaurisce qui, nel corso dell’album i Presets riescono anche a dimostrare di essere capaci di scrivere inni da club come “Fall”, di scrivere deliri di 6 minuti capaci di tenerti sulla corda per i primi 5 per poi esplodere liberatori (“A.O.”), di avvolgerti nelle spire di una ballata romantica con “Fail Epic”. Se premere il tasto skip è ormai una compulsione di massa fra chi ascolta musica, questi 10 pezzi ti fanno dubitare sull’utilità della sua invenzione. E in un album di questo genere, questo è più di una rarità.