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Non si riesce sempre a darle, ma prenderle in una rissa metropolitana lascia sempre una cicatrice nell’orgoglio di un uomo.

Ci sono poi casi in cui prenderle è un vero e proprio dramma, come prenderle da una donna, un colpo di grazia che conduce anche i più convinti maschi alfa ad un disorientamento sessuale spesso irreversibile. Anche se possono capitare – non per puro caso, sia chiaro – catastrofi ancora peggiori, che fanno sì che l’essenza mascolina albergante nello spartano che è in noi voli inesorabilmente via in pochi attimi, una sorta di castrazione chimica indotta.
Questo è ciò che accadde nello strano, stranissimo caso del paparazzo senzapalle pestato a sangue qualche anno fa nientepopodimeno che da Giustino Bieber, e che è riaccaduto per magiche congiunzioni astrali un anno dopo, quando addirittura il cantante, coadiuvato dal suo nervoruto body guard, avrebbe graffiato, malmenato e tirato i capelli a Diego Pesoa – anch’esso paparazzo fallito di professione – ed ad un indegno operatore video, all’uscita di una discoteca di Buenos Aires.

L’ormai ventenne ragazzino del ghetto aggiunge con fierezza una spunta alla sua personalissima to do list of the cattivo maschione, beccandosi addirittura un bel mandato di cattura internazionale all’Interpol dal giudice argentino Alberto Julio Banos. L’operazione pare non abbia avuto i dovuti effetti a causa della classica macchinosa burocrazia, culminando mercoledì mattina all’hotel Hilton di Roma nella mera notifica ai danni della rock star e del suo forzuto collaboratore del provvedimento emesso dalle autorità argentine.

In concreto il tutto è partito in quanto i due banditi hanno disertato il processo nel quale avrebbero dovuto rispondere dell’accusa di aggressione nei confronti dei due succitati miserabili, ma in base agli accordi tra i due paesi e al tipo di reato denunciato dal paparazzo, non sono previsti in questo caso interrogatori o manette, cosa confermata anche dalla Questura che precisa che nei loro confronti non scatterà nessun provvedimento restrittivo, e finirà tutto all’italiana con du’ taralli e un po’ de vino. Peccato, Rebibbia avrebbe potuto dare al ragazzo gli schiaffi che non ha mai avuto dal suo maldestro padre.

Insomma un’altra pesante medaglia al valore sul petto depilato e tatuato del ragazzaccio, che si aggiunge alle ormai copiose e copiose risse e alle varie storie di puttane e alcool/droga/psicofarmaci, dando sempre il giusto spazio alle sue solite figure di merda.

Purtroppo l’essere sfottuto anni e anni per il suo essere irreversibilmente un bambino cazzone lo ha reso un perfetto caso da psicoanalisi e lo ha costretto, da quando si è svezzato, a dimostrare in tutti i modi che è lui a comandarsela e che ora è un duro e fa cose da duro, perché ha una fedina penale e può sporcarla come gli pare e piace, e perché mamma ormai ne ho venti sono grande anche io.

Alla fine dei conti lui fa il figo per darsi un tono e a noi poveri scribacchini tocca l’infimo compito di sporcarci le mani scrivendo questa merda. Ci auguriamo con tutto il cuore che il prossimo reato in agenda sia qualcosa di serio, qualcosa che lo tenga fermo dietro le sbarre almeno fino alla fine della sua pubertà.

NEVER SAY NEVER.