Qualche mese fa vi abbiamo proposto un tuffo nel passato, in quegli anni Zero in cui da UK e Stati Uniti arrivavano ogni giorno nuovi artisti, tutti appartenenti a quel grande calderone etichettato – erroneamente – come indie. Bene, e se ci spostassimo in Italia? Quali sono gli artisti indipendenti in giro in quegli anni (ma anche un po’ dopo) e che faremmo bene a riscoprire il prima possibile? Tra nomi di culto, band apparentemente in pausa e segreti da appassionati, ecco chi dovreste riascoltare immediatamente.

Settlefish

Quello dei Settlefish da Bologna, attivi tra il 2001 e il 2008, è un riuscito ibrido tra post-punk e post-hardcore che ha dato vita a tre grandi album e svariati EP. Lo scioglimento della band ha portato il leader Jonathan Clancy a formare prima gli A Classic Education e successivamente gli His Clancyness, nomi che dovreste già conoscere bene se avete bazzicato la scena indipendente italiana negli ultimi anni.


Albanopower

Un solo album – Maria’s Day (2009) – ma un gruppo che merita di essere conosciuto assolutamente. Nato come progetto dedito a stravolgere brani natalizi, l’evoluzione li porta a realizzare piccole gemme lo-fi dalle melodie di facile presa e dal grande potenziale pop. Ah, forse conoscete anche il loro cantante Lorenzo: ora si è messo in proprio e suona canzoncine con il nome di Colapesce.


Dummo

Nel 2008, un anno prima di Sfortuna dei Fine Before You Came, la scena emo/post-hc italiana accoglieva Gelo Chiama Gelo dei Dummo, sedici minuti di urla sguaiate, una sezione ritmica feroce e docile a seconda delle esigenze e chitarre capaci di graffiare il cuore anche dei più duri e puri. Un piccolo capolavoro del genere.


Iori’s Eyes

Clod e Sofia flirtano con il dream pop nei primi anni di vita del progetto Iori’s Eyes, prima di un’improvvisa maturità elettronica nel 2012 con Double Soul. Dub, trip hop e IDM le influenze per un album senza tempo, prima che i due prendessero strade diverse, Clod con il progetto Christaux, Sofia come L I M.

 

Kobenhavn Store

Su internet ho letto questa definizione dei Kobenhavn Store, da Piacenza: “come se i Mùm fossero stati chiusi in un stanzetta con i cLOUDDEAD ed i Goodspeed You!Black Emperor”. Non avrei saputo spiegare meglio l’intreccio tra post-rock, elettronica e indie pop del collettivo emiliano, che prima dello scioglimento pubblico su 42Records Hi e Low, due EP a cui sarebbe dovuto seguire un terzo episodio (You), purtroppo ancora inedito.


Canadians

Direttamente da Verona, i Canadians sono l’equivalente italiano dei Weezer. Autori di album e canzoni dalle chitarre giuste e le melodie appiccicose, vantano più di una hit nella loro carriera da indie rocker, tra cui la splendida Summer Teenage Girl. Apparentemente riformati da due anni, vediamo cosa sapranno regalarci con il ritorno.


My Awesome Mixtape

Tra i maggiori italiani di un determinato tipo di indietronica molto in voga negli anni Zero (Disco Drive e Amari tra i colleghi), i My Awesome Mixtape da Bologna seppero sintetizzare in maniera perfetta un certo tipo di sound proprio di certe band internazionali (Clap Your Hands Say Yeah, Foals), non dimenticando una vena più caciarona e decisamente italiana.


Disco Drive

Come sopra, ma con più di qualche differenza: capaci di far ballare e pogare simultaneamente, i Disco Drive hanno saputo coniugare il gusto per punk e groove di Clash, Wire e Gang Of Four in chiave moderna, consegnandoci due album in bilico tra i maestri ed emuli come Franz Ferdinand e Libertines. Come molte delle altre band citate, alcuni pezzi non sfigurerebbero in confronto ai più famosi colleghi citati sopra, ascoltare per credere.


Super Elastic Bubble Plastic

Forse conoscete Gionata Mirai per essere il chitarrista de Il Teatro Degli Orrori, ma il suo progetto precedente – proprio i SEBP – meritano decisamente attenzione. In bilico tra chitarre post-hardcore e momenti noise rock alla Jesus Lizard, i quattro dischi pubblicati tra il 2002 e il 2008 dal terzetto lombardo hanno fatto scuola.


Heike Has The Giggles

Il pop punk c’è chi lo fa bene e chi lo fa di merda. Gli Heike Has The Giggles l’hanno sempre fatto benissimo, e i loro due album Sh! (2011) e Crowd Surfing (2012) sono perfetti esempi di come si possa colpire dritto al segno in ventitre canzoni e un’oretta scarsa di durata. Non abbiamo capito il progetto è KO oppure no, ma di sicuro avrete sentito parlare della leader Emanuela, che ora incide sotto il moniker di Giungla.


Young Wrists

Nessun album all’attivo, bensì due splendidi EP tra 2010 e 2011 prima dell’improvviso scioglimento. Questo il bottino dei pesaresi Young Wrists, che comunque hanno saputo mettere in fila delle indimenticabili gemme pop-gaze (Pesaro non si smentisce mai) prima che la cantante Letizia si dedicasse al suo progetto solista Maria Antonietta.


Hot Gossip

Nati come gruppo, il progetto negli anni è andato a ruotare sempre di più attorno alla figura del cantante e chitarrista Giulio Calvino. Nonostante l’evoluzione abbia portato gli Hot Gossip a smussare gli spigoli rispetto agli irruenti esordi, il debutto Angles rimane un album di vibrante indie rock capace di fare le scarpe a molti epigoni di Libertines e Strokes. Recuperatelo subito.


Distanti

Figli anche loro della scuderia To Lose La Track come i Dummo, i Distanti sono una delle creature più oscure del post-hardcore italiano. Un album, due EP e brani di alta scuola come Limonare Duro, A Fine Giornata e Abitacoli, una propensione al singalong mica male e tante lacrime. L’emo in Italia sta passando sicuramente un momento d’oro, ma se non conoscete i Distanti siete proprio degli stronzi.


Criminal Jokers

Debutto in inglese – This Was Supposed To Be The Future (2010) – e sophomore in italiano – Bestie (2012) – per il gruppo di Francesco Motta, prima del boom de La Fine Dei Vent’Anni. Sarà curioso capire ora il destino dei CJ dopo il successo solista del leader, ma nel frattempo recuperate quei due dischi: il potenziale si vede già ed è cristallino.


Gouton Rouge

Il decesso più recente (si sono sciolti nel 2016) è sicuramente quello dei varesini Gouton Rouge, band della scuderia V4V dedita ad un mix tra punk e shoegaze con tinte di Verdena, ma con all’attivo due album per niente male come Carne (2014) e Giungla (2015). Da recuperare assolutamente.

Bonus Track: VERME

Un gruppo che ormai è vero e proprio culto: i Verme sono tipo gli Avengers dell’emocore italiano. Membri di Fine Before You Came, Dummo, Hot Gossip e Aghata, tirano fuori tre EP entusiasmanti, una raccolta e si sciolgono, lasciando il loro nome nella leggenda dell’underground italiano.