L’ultimo lavoro di Yakamoto Kotzuga (veneziano, venti anni) arriva a due anni di distanza dal precedente EP Lost Keys & Stolen Kisses; nel frattempo il ragazzo ha prodotto un pezzo per Ghemon e uno per Mecna, garantendosi insomma una certa notorietà (parolone, si tratta sempre di elettronica in Italia) e ricevendo contatti da varie etichette come la Sugar Music e La Tempesta International. A metà dello scorso anno esce un singolo, All These Things I Used to Have, malinconico e caldo, pieno di voci, che è l’esatto contrario di Usually Nowhere. Qualche mese dopo i suoni virano infatti verso lo scuro, nell’ambient più cupo e scarno, le voci scompaiono quasi del tutto.

Un’influenza sicuramente presente nel disco è quella di Arca (ha prodotto per Kanye West, Fka Twigs, Björk, veramente sto spiegando chi sia?), The Triumph e The Awareness of Being Temporary ne sono un esempio, ma è soprattutto nella scelta delle batterie e nel ritmo delle variazioni che la cosa si fa sentire. Le variazioni sono tantissime, scelta sicuramente giustificata dall’assenza di suoni troppo ingombranti e cantato, ma non sempre sono adeguate. In Hermit, ad esempio, dopo due minuti di suoni storti e graffiati attacca un piano, semplice, veloce, qua e là delle scale, un minuto che con il resto di questo album non ha niente a che fare; addirittura in Night Rider ad un certo punto c’è una sequenza di batteria e synth, accelerazione della batteria a mo’ di drop, pausa di venti secondi venti e poi uno snare da solo per quaranta secondi, non so. Il disco in generale è pieno di piccole pecche anche nei pezzi più riusciti (Usually Nowhere, Such a Fragile Flower), ma ad affossarlo sono proprio le tracce più ambientali: ripetitive, insipide, un compitino.

L’abilità per qualcosa di buono non manca, e la scelta di cambiare sonorità la si può trovare positiva, ma dalla mancanza evidente di una direzione in molti dei pezzi viene da chiedersi perché questo cambiamento, e se un po’ di tempo in più non avrebbe potuto fare bene a un progetto che sembra uscito più sull’onda di qualcos’altro che da un’idea propria.

Traccia consigliata: Usually Nowhere