Squillo di tromba, arrivano i nazisti.

Parte così l’album dei Vår, che di sicuro porta con se un centinaio di aspettative. Partiamo dalla più evidente: è un disco della Sacred Bones, con una copertina molto figa (in formato fisico è uno specchio). Elemento principale che chiunque non si è mai permesso di tralasciare è la natura di “supergruppo” dei Vår: nato come duo composto da Elias Rønnenfelt (frontman degli Iceage, che può vantare già una serie sterminata di accuse di neofascismo) e Loke Rahbek (membro dei Sexdrome e uno dei capi della Posh Isolation), si è poi espanso ad altri due membri che non si è ancora bene capito chi siano, ma la Sacred Bones ci rassicura sul fatto che siano tutti migliori amici (non si sa quanto amici).

Comunque a parte il pesante curriculum, l’hype sui Vår era alimentato soprattutto dai loro brani, cose come Brodermordet (al tempo si chiamavano ancora War) e In Your Arms lasciavano intendere che la miscela di coldwave, industrial e sentimenti punk nordici avrebbe poi dato vita all’ennesimo disco della madonna di casa Sacred Bones. Così è stato.

Punto di forza maggiore di No One Dances Quite Like My Brothers è l’estrema variegatura di sentimenti e sensazioni, avvolti in coltre di nebbia che ha il sapore della wave più retrò. Abbiamo così, da un lato, brani già epici e dal tiro mozzafiato come The World Fell e Motionless Duties (l’una più smaccatamente synthwave, l’altra ben più addentrata in territori industrial) ed episodi di pura cattiveria al confine col goth (Pictures Of Today/Victorial), mentre dall’altro una serie di brani dal devastante impatto emotivo: l’incipt perfetto di Begin To Remember, la vibrante ed emozionale acustica di Into Distance (il più grande omaggio ai Cure, il cui spettro rivive in gran parte dell’album grazie alla voce di Elias, mai così tributaria a Robert Smith) e le struggenti derivazioni ambient della title-track e soprattutto della conclusiva Katla, che con il suo lento intercedere killer chiude inevitabilmente l’album tra cento lacrime.

Squillo di tromba, i nazisti se ne vanno.

Tracce consigliate: The World Fell, Into Distance, Katla.