Lust For Youth adesso è il progetto solitario di Hannes Norrvide da Göteborg, che nell’album di debutto Solar Flare era accompagnato da Amanda Eriksson, e io non so in che rapporto fossero i due ma è un gran peccato che se ne sia andata. Perchè, prima di tutto, il sound del sophomore ha risentito molto della perdita: da solo il giovane Norrvide ha intrapreso una via più dance, più orientata verso il synth-pop con abbondanza di feedback che rende il prodotto comunque interessante, dispiace però per le evidenti influenze industrial noise che, pur non essendo andate perse, non hanno più il ruolo di protagoniste nella composizione dei pezzi.

Un piccolo passo indietro quindi per LFY, ma chi approccia per la prima volta il progetto non avrà niente di cui lamentarsi: come quasi tutte le uscite per Sacred Bones (inizialmente Avant! Records, etichetta italiana, aveva fatto uscire l’album nella sola Europa), Growing Seeds si trova a suo agio in un habitat buio e frastagliato, come ad esempio una caverna, senza che l’artista lasci penetrare troppa luce nell’anima dei pezzi.

I brani, infatti, sono caratterizzati da una claustrofilia che non dà respiro, il groviglio di feedback, l’eco vocale ed i synth minimali pressano ogni spazio, come in It’s You, uno dei pezzi migliori, che non può che portarci alla mente i Cold Cave. We Planted a Seed, Champagne e Le Rouge sono i brani più vicini al disco d’esordio, si ritornano a sentire sfumature industrial seppur levigate ed inserite in un contesto diverso.

Neon Lights Appear è la conclusione onirica, dove non ci si muove più ma si riflette, tra accenni psichedelici e passaggi noise, tutto ancora incorniciato dagli echi vocali che non ci abbandonano un attimo.

In sostanza, Norrvide se la cava piuttosto bene anche da solo. Chissà perchè la signorina Amanda l’abbia abbandonato.