I Total Control sono una band australiana apparentemente “nuova” ma occorre ricordare nel 2011 uscirono con Henge Beat, un album dall’impostazione garage, con canzoni che viaggiano dritte e non lasciano tanto da pensare. Alcuni pezzi (The Hammer e Sunday Baker) avevano stupito per la forte presenza di sintetizzatori, quasi fossero appena usciti dalla wave inglese dei primi ’80.

Typical System si apre proprio così: Glass fluttua su territori industriali, synth che batte sui sedicesimi ed un’aria che ricorda i migliori The Human League. Flesh War, miglior canzone del disco e singolo che ha preceduto l’album, è una fredda cavalcata guidata da tastiere glaciali. Non disperate però: i Total Control non si sono dimenticati di come far pogare la gente. Se Systematic Fuck non sfigurerebbe nell’ultimo disco dei Parquet CourtsTwo Less Jacks ed Expansive Dogs riprendono la nuova ondata post-hardcore scandinava (Iceage, Holograms).
Ma sono la terzultima e la penultima traccia che ci lasciano pienamente soddisfatti: The Ferryman è un quadro impressionista che ritrae il calare del sole, mentre Hunter è un volo tra le nuvole con un cacciabombardiere tra sintetismi tipicamente nordici (qualcuno ha detto Lust For Youth e Vår?)

Il disco è omogeneo nel carattere e nella forma, mentre il gruppo riesce a cavarsela in diverse e quasi opposte direzioni.
I Total Control riescono a miscelare l’hardcore americano e scandinavo con l’eccentricità inglese da bravi “british delle colonie”, inserendosi a pieno titolo nella nuova ondata di post-punk esteta e decadente (post-post-post-post-punk?) particolarmente fruttuosa negli ultimi anni.

Tracce consigliate: Flesh WarHunter