Have you ever seen the crowd goin’ apeshit?

Loro sicuramente sì, soprattutto qualche giorno fa quando durante una tappa a Londra del loro On The Run Tour II, hanno dato l’annuncio dell’uscita di Everything is Love, il debut album firmato The Carters, rispettivamente Ms. Beyonce and Mr. Jay-Z. La famiglia Carter dopo gli alti e bassi degli ultimi anni è tornata più unita che mai, seppellendo situazioni scomode e gossip; ad un anno dalla nascita dei due gemelli la coppia è tornata in tour per la seconda volta, portando in scena non solo uno spettacolo che racchiude i maggiori successi e featuring della coppia ma anche momenti molto salienti e importanti della loro ormai decennale storia d’amore, attraverso foto e video inediti. Il palco diventa quindi un mezzo con il quale i due artisti si raccontano a 360 gradi al loro pubblico; e quale migliore occasione per annunciare l’arrivo del loro primo album insieme?

Everything Is Love è vanta tra le sue collaborazioni artisti come Pharrell Williams, Ty Dolla Sign, Quavo e Offset; il suo lancio non ha previsto promozioni o anticipazioni di nessun tipo, ed è stato immediatamente pubblicato sul servizio streaming Tidal. Contiene in tutto 9 tracce che diventano campo libero di espressione per entrambi: Jay Z rispolvera in maniera impeccabile la sua migliore versione di rapper mentre Queen B non si ferma solo ad incorniciare i pezzi con la sua splendida voce, ma si cimenta anch’essa (e non sarebbe la prima volta) nell’arte del female rapping, creando entrambi un flow dai toni decisamente meno pop del solito. Apeshit, il singolo di debutto, si piazza tra i pezzi che letteralmente spingono di più all’interno disco; fatto dimostrato anche dal video, girato totalmente all’interno del Louvre vuoto, dove il testo colmo di materialismo e ricchezza si sposa perfettamente con il lusso delle opere del museo.

Si parla molto, ultimamente, di artisti che con la loro musica vengono venduti come pacchetti studiati nei minimi dettagli: Beyonce e Jay Z ne sono l’esempio più alto, e sicuramente più riuscito all’interno del panorama musicala mondiale: la loro intera vita dal momento esatto in cui si sono conosciuti una decade fa, è diventata sin da subito la parte fondamentale di tutto, anche all’interno dei loro prodotti musicali. E se da un lato c’è chi si chiede se forse sia decisamente un po’ troppo, dall’altro lato questa strategia ha creato una schiera gigantesca di fan fidelizzati in tutto e per tutto alla loro musica e alle loro vite. Basti pensare a Lemonade il visual album della cantante, uscito nel 2016, costruito, scritto e progettato come un grido di protesta e di liberazione nei confronti del marito che l’aveva appena tradita; allo stesso modo 4:44, ultimo lavoro solista di Jay-Z uscito lo scorso anno, altro non è che un mea culpa fatto ad alta voce, in cui nudo e crudo dice la sua su tutte le varie vicende personali (e non solo). Beyonce e Jay-Z sembrano usare la musica quasi a scopo terapeutico per liberarsi dei propri fantasmi, ritrovarsi o per avvicinarsi sempre di più come in questo ultimo caso.

Anche in questo album non manca la presenza vocale della piccola Blu Ivy che appare alla fine del brano BOSS; il fil rouge che lega tutte le tracce tra di loro è senza dubbio la glorificazione del successo che ha raggiunto ormai il binomio Knowles- Carter, caposaldo indistruttibile della musica internazionale. Nella traccia NICE Beyonce canta “patiently waiting for my demise‘, cause my success can’t be quantified, If I gave two fucks – two fucks about streaming numbers would have put Lemonade up on Spotify” a rimarcare come neanche i numeri dello streaming siano mai stati una problematica nella carriera della cantante (il che è tremendamente vero); momento revival con citazione annessa non da poco, per il brano 713 che riprende ritmo e ritornello di Still Dre (scritto proprio con l’amico Jay-Z) , brano cardine dell’hip hop di strada dei primi anni 2000 cantato da Dr.Dre e Snoop Dogg, che rimarca l’appartenenza ad una fetta sociale che tutt’oggi nella società americana non riceve l’attenzione e la giustizia che merita, al grido di and “we still got love for the streets”. FRIENDS al suo centro trova la voce di Beyonce che al beat di “your friends are frauds, all they want is applause, yeah and my friends, real friends, closer than kin” che per i più pettegoli sarebbe una lettera aperta agli amici che contano, e quindi una frecciatina ben poco velata alla famiglia Kardashian-West con cui da l’anno scorso i rapporti si sarebbero incrinati e non poco. Ogni pezzo trasuda verità e poca vergogna di raccontarne i dettagli; la forza di questo album sta effettivamente tutta lì, nella realness che la coppia più famosa della nostra generazione ha tirato fuori tutta in un colpo solo. Immancabili i riferimenti alla cultura afroamericana con BLACK EFFECT, tematica che entrambi hanno sempre ampiamente trattato anche nei loro progetti solisti.

Everything Is Love sono le loro seconde nozze, l’atto di amore che si sono reciprocamente fatti, quasi a voler dire al mondo intero “non importa tutto quello che c’è stato, cantiamo insieme, e lo facciamo pure bene”. Al di là dei gusti personali che possono valutare questo disco più o meno valido, non si può non riconoscere la solidità e la forza di un progetto musicale del genere; quando la miglior cantante pop RnB del secolo e uno dei maggiori esponenti del rap 2.0 si incontrano non può che essere un successo annunciato. THIS IS REAL LOVE.

Tracce consigliate: Apeshit, Nice