Cosa resterà degli anni ’80?, cantava RAF, paladino della musica italica. Forse l’italo-disco con la hit Boys di Sabrina Salerno? Gli anni ’80 sono però anche new-wave, hip hop, noise rock, cultura rave e tantissimo altro. Sommersi come siamo, da ormai più di un decennio, da un perenne revival, gli anni ’80 l’hanno fatta da padroni ributtando in circolo qualsiasi cosa potesse essere ripescata.

I Summer Camp, al loro terzo disco, ci lanciano in faccia un synth-pop d’annata con tanto di chitarre catchy, e con la voce di Elizabeth che si fonde perfettamente con la pulizia sonora tutt’intorno, forse talmente perfettamente da risultare talvolta piatta, nonostante le grandi doti canore. Abbiamo proprio bisogno di questi sintetizzatori solari? O preferiamo deprimerci con le martellanti sonorità di Trust o Lust For Youth? La risposta potrebbe essere semplice per alcuni, ma ognuno può vivere ogni situazione come gli pare. Ad ogni modo, tornando ai Summer Camp: il basso è sicuramente lo strumento centrale delle loro canzoni, vera e propria struttura di pezzi altrimenti persi in tastiere ossessive ed eccessivamente ripetitive. Solari come i Tennis, ma meno surfeggianti, i nostri utilizzano il synth come i Blouse, non riuscendo però ad essere altrettanto profondi, e nemmeno tanto incisivi da ricordare pienamente le sferzate dei primi The Pains Of Being Pure At Heart; degna di nota è certamente You’re Gone, che poteva stare perfettamente sull’eponimo dei Pains.

Bad Love è un disco estivo, confezionato per questo torrido 2015 che porterà in spiaggia gli ultimi residui indie-hipster del periodo The Drums Best Coast. Surf-pop e derivati sono stati esauriti e macinati per bene. Penso che un disco così non sarà rivalutato, anacronistico già nel suo anacronismo.
Gli anni ’80? Sono ancora qui, radicati ovunque, bisogna solo valutare ciò che è bene e ciò che è male.

Tracce consigliate: You’re Gone