Le band con nomi complessi creano sempre grandi aspettative. Quelle con segni d’interpunzione nel nome, ancora di più. Un moniker come Godspeed You! Black Emperor implica una certa genialità, che effettivamente riscontriamo nelle produzioni della band di Montreal. Per questo, da un gruppo in attesa della definitiva consacrazione (all’ottavo album e dopo nove anni di attività, eh) che si chiama Portugal. The Man, fa pop-rock psichedelico e viene dall’Alaska (ma si è stabilita a Portland, Oregon) ci si aspettano faville. Se a questi fattori aggiungiamo il fatto che Evil Friends giova anche della produzione di Brian Joseph Burton aka Danger Mouse – non certo l’ultimo arrivato – anche ai più scettici si drizzeranno le orecchie. Ma questo disco, a dispetto delle invitanti premesse, contiene solo e soltanto aria fritta.

Chitarre acustiche dal suono vintage e vocalità a metà tra i Tame Impala e il più becero dei bubblegum-pop nascondono linee armoniche e melodiche talmente inconsistenti ed insignificanti al punto da diventare odiose, e neanche il bravo Danger Mouse, autore di una produzione che sembra limare un po’ cattivo gusto e di eccessi che appaiono sempre dietro l’angolo, può rendere questo LP un lavoro interessante. Forse si tratta soltanto di una deformazione da videogiocatore incallito quale sono, ma qui praticamente ogni pezzo sembra adatto a finire nella – ormai famigerata – colonna sonora di FIFA 14. Mi vedo già davanti alla tv, selezionando squadre del campionato arabo per sfidare i miei amici, con in sottofondo brani come Creep In A T-Shirt (che almeno ha l’onestà, tra coretti e uuuuuh vari, di ammettere quanto ‘sto gruppo sia sfigato) o Modern Jesus. Beh, in fin dei conti non è difficile che ciò accada, considerando che già i Portugal. The Man figurarono nell’OST di FIFA 12. Si potrebbe fare il bis, perché no. Ma tornando all’aspetto puramente musicale, il piattume – soprattutto emotivo, perché spesso il disco suona come un’accozzaglia stilistica senza capo né coda – domina anche quando emergono intuizioni ispirate ai Modest Mouse (Hip Hop Kids), e trionfa totalmente quando spuntano pezzi pop-rock (Atomic Man, Someday Believers) o folk-rock (Sea Of Air), perfetti manifesti del già sentito. Gli unici passaggi positivi di Evil Friends sono quelli più estivi e groovy, Holy Roller (Hallelujah) su tutti – ma si salva anche Purple Yellow Red and Blue. Il resto, come ho già spiegato, scorre via senza lasciare traccia.

L’unica cosa che potrebbe far ricordare questo disco così inutile, e magari fargli ottenere un meritato riconoscimento, è la copertina: in quanto a bruttezza, è l’unica in questo 2013 a potersela giocare con quella di Mosquito degli Yeah Yeah Yeahs. E non è poco, dai.

Tracce consigliate: Holy Roller (Hallelujah)