A due anni da Kindred, in cui Michael Angelakos aveva argomenti molto meno interessanti rispetto a Manners e Gossamer, i Passion Pit tornano con un album poco pubblicizzato, con un hype pari a zero e con tanti punti di domanda. Sì, perché Angelakos ha passato gli ultimi mesi a scrivere su Twitter, pubblicare video mentre suona su Instagram e persino su Reddit, dove si è messo a rispondere alle domande degli utenti, senza però dare troppo nell’occhio; proprio lui che negli ultimi anni fece parlare molto di sé, tra il divorzio dalla moglie, l’annuncio di essere gay e la confessione di essere in rehab per problemi psicologici/depressivi e quant’altro. Tremendous Sea of Love arriva senza un’etichetta e Michael ce lo regala letteralmente, a patto di condividere i tweet di Michael F. Wells sull’importanza della scienza e delle ricerca medica.

Love is the answer and the one designed, such a simple design.

Holy architecture.

Come ci fa intendere il titolo, Tremendous Sea of Love è un album pieno di amore e lo capiamo subito in Hey K – che segue le orme della tanto amata Constant Conversations – in cui Michael torna a scrivere vere canzoni d’amore (dopo la pausa in Kindred, dove si parlava più di affetti famigliari e parenti vari) e a scriverle bene. Perché? Perché quella K è Kristina Mucci, la ex-moglie, che lo ha salvato dal suicidio e che ci ha permesso di ascoltare e consumare Gossamer (il disco era infatti dedicato a lei). Micheal innamorato è un bene per questo pianeta, perché tra quelli della scena, è uno dei migliori a scrivere canzoni d’amore. Ma purtroppo questo non è un lavoro dedicato alla Mucci, bensì ai fan dei Passion Pit.

Lo si capisce da questa lettera di accompagnamento all’album pubblicata su Twitter in cui spiega tutte le sue menate, ci ringrazia di essergli sempre così vicino, fa un dito medio a chi lo infamava di non essere bravo a mixare, ci dice che i soldi non sono importanti (per questo ha messo in free download il disco) eccetera eccetera.

Ma quello che c’è realmente in Tremendous Sea of Love non è il solito mix di voci falsetti, voci up-pitched, synth glitterati e tutto il resto, no. La partenza di Moonbeam mi smentisce subito, ma state tranquilli che è solo un semplice intro, perché poi arriva Somewhere Up There e non si capisce più che strada percorrere: il brano ripete un loop epilettico che pare la suoneria di uno Xiaomi non originale per poi stopparsi di colpo, ripartire con un altro mondo di suoni e concludersi con una telefonata della mamma che lo rincuora. Lo stesso Angelakos ha affermato che la canzone vuole riprodurre uno dei suoi attacchi di panico e vi assicuro che ci è andato molto vicino.

La doppietta Tremendous Sea of Love e Inner Dialogue riprende un po’ quanto di buono fatto da Porter Robinson qualche anno fa, con un synth-pop che sfocia addirittura nell’EDM dell’ultimo Skrillex. The Undertown, invece, è un normalissimo brano pop odierno che starebbe benissimo nell’ultimo album di Justin Bieber o in Mind of Mine di ZYAN. In mezzo a queste troviamo comunque una discreta I’m Perfect che trascina l’ascoltatore fino alla fine dove To The OthersideFor Sondra (It Means The World To Me) chiudono discretamente il disco con qualche emozione in più, soprattuto l’ultima – in perfetto stile Passion Pit.

Tremendous Sea of Love non è assolutamente un brutto disco, ma è troppo confusionario: Micheal non è più lo stesso e non sa bene di cosa parlare e come parlare, ma allo stesso tempo, se si comprende e si conosce il personaggio, si può apprezzare perché esprime molto bene il suo stato mentale attuale.

Tracce consigliate: Hey K