of montrealEtichetta: Polyvinyl Records
Anno: 2015

Simile a:
Ariel Pink – pom pom
Animal Collective – Merriweather Post Pavilion
Panda Bear – Panda Bear Meets The Grim Reaper

Non si fermano più, lanciatissimi da quasi vent’anni, gli of Montreal di Kevin Barnes se ne escono con un nuovo, sorprendente album. Ed è davvero un caso più unico che raro, quello della band di Athens; non è assolutamente banale riuscire a conciliare una prolificità di questo genere con una qualità media veramente altissima. Sono passati otto anni da quella pietra miliare che era Hissing Fauna, Are You The Destroyer? e quasi altrettanti album, eppure di passi falsi ne contiamo pochi, mentre gli episodi belli sono parecchi e i cambiamenti avvenuti nel frattempo moltissimi. L’equilibrio non è mai stato il punto forte degli of Montreal, la loro propensione al muoversi con disinvoltura qua e là fra le corde della psichedelia o fra la dream e l’indie music, li ha portati ad essere una band su cui fare sicuro affidamento, ben consci dell’eterogeneità che ogni perla possa riservare.

Poliedrici, esuberanti, allegri, ridondanti ma anche introspettivi, intimi, tecnici; in altre parole: geniali. Abbandonate le interminabili canzoni di dieci minuti, Kevin e soci tornano alla concretezza; ma quel che stupisce è il ritorno a sonorità di una decade fa, come si evince dal singolo in chiave Franz Ferdinandiana Bassem Sabry, così come dall’avvincente Apollyon of Blue Room, quasi a volerci dire “a noi di cosa va di moda non ce ne frega un cazzo“. Questo strano oggetto polimorfo che è Aureate Gloom contiene in sé molte delle innumerevoli anime dell’indiscusso leader della band, che aveva recentemente dichiarato che questo sarebbe stato un album più personale rispetto ai precedenti; l’esperienza ha sicuramente aiutato Kevin e soci a comporre una tracklist che vede alternarsi i suddetti pezzi leggeri ad episodi più decadenti quali Virgilian Lots Empyrean Abattoir (sua è la strofa più creepy dell’album “Masturbating your father’s pain“). In mezzo a questo groviglio di generi, di emozioni, di periodi, va ancora una volta riconosciuta la bravura tecnica di un gruppo che sa muoversi con estrema cura del dettaglio, mutando con disinvoltura i propri ritmi, dove necessario, e curandone la produzione in maniera più che buona.

Il pregio principale di Aureate Gloom è il suo essere un album difficile dall’ascolto facile; ci si può perdere dentro, ci se ne può innamorare, se ne può rimanere affascinati ma allo stesso tempo può fungere da piacevole ronzio di sottofondo. Ancora una volta gli of Montreal ci hanno positivamente impressionato, senza attese interminabili, senza hype non necessari, dando poco spazio ad inutili auto-celebrazioni e molto di più a quello che davvero conta: la musica.

Tracce consigliate: Empyrean AbattoirLike Ashoka’s Inferno Of Memory.