a0571397198_10Anno: 2016
Etichetta: Dead Oceans

Simile a:
Miserable – Uncontrollable 
Car Seat Headrest – Teens of Denial
Alex G – Beach Music

Quella che vi sto per presentare è un’artista che di un’aggraziata e quasi patologica melanconia ha fatto la propria cifra stilistica.
Reduce da studi musicali e creazioni sinfoniche complesse che l’avevano lasciata sfinita, Mitski uscì nel 2014 con Bury Me at Makeout Creek, un album nel quale univa le grezze note dell’appena approcciata chitarra a beat creati in drum machine, il tutto elegantemente illuminato dalla sua voce delicata.
Puberty 2 non è il titolo di qualche sequel anni ’80, anzi: è un album nel quale un’infinita ed implacabile tensione è apparsa, tensione stilistica ed emotiva.
Non lo-fi, ma ancora una volta vicino a quella che potrebbe già essere definita una tradizione musicale di artisti DIY prolifici e talentuosi che riescono ad elevare il proprio lavoro, portandolo lontano da etichette di genere troppo strette: parlo di artisti come Car Seat Headrest, Alex G, Frankie Cosmos, e tanti altri.

Happy came to visit me, he bought cookies on the way, I poured him tea and he told me that everything will be ok. Well, I told him I’d do anything to have him stay with me”. La prima traccia, Happy, è subito in grado di svelare il talento di Mitski nel creare un numero incredibile di strati,  tane di coniglio nelle quali fuggire a cercare il significato. Happy si trasforma in più canzoni: una nella quale la felicità personificata possiede l’artista, una nella quale Happy non è che la narrazione di una one-night-stand, una nella quale le due nature si uniscono in unica disincantata metafora. Tutto è accompagnato dal beat quasi-groove e le note al sassofono ad aggiungere un vibe vintage.
Non solo strati di lettura, ma anche strati musicali, abilmente sovrapposti fino a creare risultati sonori inaspettati, in Once More to See You: “Come inside and be with me, alone with me […] If you would let me give you pinky promise kisses, then I wouldn’t have to scream your name atop of every roof in the city of my heart, if I could see you”, le parole, i suoni riescono a creare immagini nitide, ricamate da solitudine, il cui tiepido e materno abbraccio è cullato dalle note al basso martellanti ed oscure, quella solitudine che nemmeno quei delicati zampilli alle tastiere riescono ad arginare.
Una rabbia quasi punk esplode in My Body’s Made of Crushing Stars, subito contrastata dalla ricorrente esplosione di tristezza in Thursday Girl e successivamente in Crack Baby, dove vocals e basi si fanno materici, tattili, la ruvidezza dei ritmi, le note pungenti di chitarra e synth, la setosità della voce di lei; il tutto si risolve in un universo sonoro variabile, fatto di un’infinità di impulsi: in ogni ascolto si può trovare un colore passato inosservato la volta precedente, intrappolando chi l’ascolta in un loop infinito.

Puberty 2 è un disco fatto di esplosioni sentimentali che a malapena Mitski stessa riesce a controllare. Emozioni ritratte in testi che sbocciano in fumose apparizioni al chiaro di luna, dove le immagini sono sempre accompagnate dal suono del vento, cosicché l’ascoltatore non può che distendersi ed abbandonarsi all’ascolto.
Consigliato a chi si ripromette sempre cose che in cuor suo dubita di poter ottenere: “So today I will wear my white button-down, I can at least be neat, Walk out and be seen as clean, And I’ll go to work and I’ll go to sleep, And I’ll love the littler things, I’ll love some littler things”, quest’album vi abbraccerà in quei momenti e tanti altri.

Tracce consigliate: Once More to See You, Crack Baby, Burning Hill