A perdersi in lunghe presentazioni Wikipediane per raccontare la carriera di MACE si rischia di risultare, oltre che noiosi, quasi offensivi nei confronti di un artista che negli ultimi vent’anni ha messo la firma a tantissime produzioni hip hop (all’inizio) electro (successivamente) e trap/rap/pop (oggi). Il producer milanese decide di uscire allo scoperto (rimanendo comunque in cabina di regia) con un disco solista in cui vuole raccontare le proprie esperienze extrasensoriali attraverso la voce multigenerazionale di artisti del panorama (t)rap e pop italiano.

A grandi linee OBE può essere diviso in tre grosse parti: la prima – la migliore – è quella in cui compare il compagno d’avventure Venerus, la seconda è quella dei featuring inaspettati o comunque ben riusciti e l’ultima è quella delle canzoni orientate al mondo trap, che risulta essere un po’ stucchevole e priva di idee interessanti. Ma andiamo con ordine.

Giunti al terzo lavoro insieme (in attesa del quarto) MACE e Venerus riescono ancora una volta a sorprenderci con melodie e arrangiamenti intimi e commoventi (SENZA FIATO ཀརྨ con Joan Thiele), sempre al passo coi tempi (DAL TRAMONTO ALL’ALBA ⚭ con Gemitaiz) e con dei beat davvero di un livello superiore rispetto alla concorrenza come succede in NON VIVO PIU’ SULLA TERRA ༻ dove troviamo un Rkomi in forma smagliante. In tutte queste tracce Venerus dimostra nuovamente di essere l’artista italiano del momento e anche del futuro e, grazie ai suoi meravigliosi cantati, ruba definitivamente il titolo di Ritornellaro a Coez.

Arriva quindi il secondo gruppone, trainato dal miglior brano dell’intero disco, nonché il featuring più inaspettato dell’anno dove Colapesce incontra Chiello degli FSK Satellite: AYAHUASCA ☰ è l’unica canzone in cui vengono raccontati fino in fondo i viaggi extra-corporei di MACE, con atmosfere orientali e liriche che ti portano a viaggiare insieme alla mente dello stesso producer. Poi c’è LA CANZONE NOSTRA ⟁ guidata dal bravissimo Blanco (21 anni più giovane di MACE): un pugno sui denti che riesce a sfondare qualsiasi barriera generazionale e a diventare la colonna sonora di tutti quei film che giriamo nella nostra testa, dove siamo noi stessi i protagonisti. Gli altri feat che funzionano, chi più e chi meno, sono i duetti Rkomi/Madame (ACQUA ཆུ ), FSK Satellite/Irama (RAGAZZI DELLA NEBBIA ♅) e quello Ketama126/Psicologi (NOTTE FONDA ཨ).

Infine troviamo i tasti dolenti o comunque le delusioni, perché questi sono banali filler che vanno a intaccare quello che poteva essere un disco enorme coi controcazzi. Tra queste ci sono le ‘trappate‘ che da anni suonano troppo simili tra di loro, i cui interpreti non riescono a dare la loro impronta stilistica, finendo per risultare piatti e fuori contesto. Parliamo di SCOSTUMATO ལྷ (con J Lord e Fritz Da Cat), TOP BOY ⨳ (con Geolier), DIO NON E’ SORDO ♄ (Izi, Jack The Smoker e Jake La Furia), che non aggiungono niente di nuovo e CANDYMAN ༄ con un Gemitaiz fuori forma (a differenza del brano con Venerus).

Nel complesso OBE è un lavoro di altissima qualità: un’ora di musica dove il direttore d’orchestra riesce sempre a far suonare bene i suoi strumenti e i suoi interpreti. Il difetto più grande, al di là di qualche traccia fuori luogo, è che il tema proposto nel titolo (Out Of Body Experience) è poco sviluppato nelle liriche e nelle musiche dei brani, facendo risultare il lavoro come un mixtape più che un vero album.

Ma oggi quello che i nuovi producer devono fare è rubare prendere quanto di più da questo disco per iniziare a costruire la fortezza del futuro della musica italiana, pop o rap che sia. Perché OBE le basi le ha già messe.

Tracce consigliate: NON VIVO PIU’ SULLA TERRA ༻, AYAHUASCA ☰, LA CANZONE NOSTRA ⟁