Speriamo che questo 2021 sarà migliore del 2020!” è il refrain che si sente ancora ripetere ovunque. Non sappiamo se l’anno terrà fede alle aspettative, ma molto probabilmente sarà un anno molto buono per la musica, in particolare per quella italiana.

Lo sarà innanzitutto grazie all’uscita dei dischi di artisti in qualche modo già affermati (Venerus, MACE, Studio Murena, I Cani (?) per fare qualche nome); ma lo sarà anche grazie ad altri artisti, un po’ più giovani, sotto il profilo anagrafico o quello del percorso artistico. Musicisti con tutte le carte in regola per diventare i protagonisti di questo 2021 e i vostri nuovi beniamini.

Ne abbiamo selezionati nove: troverete r&b, pop, nu-trap, pop e tante belle sorprese.

Ariete

Simile a: Psicologi, Franco126, Generic Animal

Ariete, nome d’arte di Arianna Del Giaccio, è diventata un nome di punta di Bomba Dischi, l’etichetta che per il dopo-Calcutta ha iniziato una nuova missione: dare voce ad artisti giovanissimi che sono in grado di mappare una geografia sentimentale e umana della generazione a cui appartengono, la generazione Z. Sentire Ariete è infatti un esercizio antropologico, che mette in rilievo uno schema gerarchico, fatto di reazioni all’ascolto della sua musica collegate all’età dell’ascoltatore.

La giovane artista di Anzio è un idolo dei suoi coetanei (lei è del 2002), e loro sono in cima alla gerarchia: Spazio, il primo ep di Ariete, è fatto su misura per loro, affinché in esso si identifichino. Nel disco si parla di amore, di ansie e di paure, temi prettamente adolescenziali, ma il fatto è che ogni adolescenza, sparsa nei decenni, è fatta di una sensibilità diversa, e le canzoni di Ariete ci dicono cosa significa essere adolescenti oggi, qui e ora. Scendendo nei gradini più bassi della gerarchia di cui sopra, poi, subentrano quelli che, anagraficamente, non possono identificarsi in Ariete; ma i loro ricordi sì, possono farlo. Ed ecco che un ep come Spazio, così come il suo secondo più recente 18 anni, da manifesto di una generazione attuale, diventano un hotspot di nostalgia; nostalgia traghettata dalla voce verace di questa giovane cantautrice moderna, che sta facendo della sua vita quotidiana, e dei suoi brutti sogni, un manifesto generazionale in forma di musica.

Luca Montesi

Cecilia

Simile a: cmqmartina, Francesca Michielin, Venerus

Sin dalle prime note del suo EP ‘?‘, la voce di Cecilia riesce a scaldare il cuore dell’ascoltatore fino a farglielo sciogliere. Sulle note delle sue canzoni, un fresco mix di R&B con la giusta punta di soul, Cecilia racconta un viaggio sentimentale che va dalla California fino al Mar Baltico, attraverso liriche interessanti e mai banali. Il colpo da 90 arriva in Coltrane, brano di una delicatezza disarmante con cui si vola altissimo con la sua progressione jazz. Per capire meglio tutto quanto, immaginatevi un duetto tra la candida voce di cmqmartina e il sound innovativo di Venerus: un bolide pronto a colpire il nostro paese da un momento con l’altro, con un lavoro di maggiore durata.

Andrea Pelizzardi

BLANCO

Simile a: Machine Gun Kelly, Achille Lauro, Tha Supreme

Classe 2003, originario del bresciano, Riccardo Fabbriconi, in arte BLANCO, è un artista emergente che sembra già un veterano dell’industria musicale. Sfrontatezza, suono fresco e i giri giusti: BLANCO è pronto per diventare il nuovo fenomeno della musica italiana contemporanea. Il look e l’attitude potranno anche essere stati presi in prestito da Slowthai, ma il giovane rapper merita l’attenzione che sta catalizzando e non è un caso che ci sia voluto ben poco prima che Island Records lo scovasse in quel labirinto chiamato Soundcloud.

Nel 2020 pubblica 3 singoli: Belladonna (Adieu), Notti In Bianco e Ladro Di Fiori, che hanno messo in mostra sia l’animo punk del musicista, sia il lato sentimentale di un ragazzo non ancora 18enne che dichiara insospettabilmente di avere tra i suoi miti cantanti come Adriano Celentano, Domenico Modugno e Pino Daniele. Il 2021 si apre alla grande, con la prestigiosa collaborazione con Mace e Salmo: LA CANZONE NOSTRA è già una hit e ciò non fa che accelerare il percorso verso la consacrazione di BLANCO. Così come Achille Lauro un paio di anni fa, BLANCO sembra essere il vento di una nuova rivoluzione: meno trap e più elettronica, meno autotune e più melodia, meno bling bling e più genuinità.

Cristoforo Colombo

Mara Sattei

Simile a: Madame, Francesca Michielin, Roshelle

Quando si parla di Mara Sattei (Sara Mattei è vero nome), si parla di un’artista che potrebbe compiere, in campo musicale, un qualcosa di simile a quelle congiunzioni astrali che avvengono una volta ogni migliaio di anni: far convivere sotto il suo nome gli ingranaggi “industriali” di un personaggio commerciale e al tempo stesso anche i crismi qualitativi che solitamente si accostano a un artista indipendente. Mara Sattei è una voce molto bella, una di quelle che piacciono tanto alla tv dei talent (infatti nel suo passato c’è la felpa di Amici) ma è anche una voce che può dire tanto altro, e fortunatamente oggi, ad anni di distanza da quella prima esperienza televisiva limitante, la forte personalità di Mara sta trovando il suo spazio nel pop contemporaneo italiano – ed internazionale.

Prodotta dal fratello tha Supreme, i suoi primi singoli hanno impressionato per la freschezza poetica e musicale: una penna moderna e libera, al servizio di una voce dall’intonazione classica e impostata, eppure molto dinamica e affascinante, ricca di acuti e fraseggi rap. Poi al momento giusto è arrivata Altalene, una delle canzoni italiane più interessanti del 2020. Mara Sattei ha rubato la scena tra le voci maschili e femminili d’Italia; in mezzo al monopolio del rap e del cantautorato itpop odierno, si è inserita per spianare la strada a una nuova figura di popstar italiana, che potrebbe vincere Sanremo così come, al tempo stesso, potrebbe prendersi gli applausi dei festival europei.

Luca Montesi

Erin

Simile a: bnkr44, Post-Nebbia, Franco126

Erin, all’anagrafe Dario Lombardi, lo abbiamo conosciuto (anche) grazie alla sua partecipazione a 44.DELUXE, l’interessantissimo disco uscito lo scorso anno ad opera del collettivo bnkr44, gruppo di pregevoli musicisti dalla provincia toscana. Più che un album, quasi un vero e proprio esperimento artistico. Esperimento perfettamente riuscito. Ora, Erin, così come gli altri membri del collettivo, è pronto a lanciarsi nella carriera da solista, sotto l’ala protettrice di Bomba Dischi, etichetta che, soprattutto su queste frequenze, ormai “gioca in casa” e difficilmente sbaglia un colpo.

Per ora ha fatto uscire due brani, 100 scheletri e Lacrime rosse. Due pezzi molto buoni, che funzionano dal primo ascolto. Il genere? Sul web è possibile trovare varie definizioni: post-hip hop, post-questo, post-quest’altro. Certo, i richiami a trap e itpop sono molto molto evidenti (e l’immaginario estetico lo-fi salta immediatamente agli occhi) ma questi sono, semplicemente, due ottimi pezzo pop, di quel pop molto ben concepito e altrettanto bene elaborato poi nella scrittura e nella composizione. Qualcuno ha scritto che “sembra Neffa, ma vaporwave”: una definizione sicuramente divertente, ma anche abbastanza calzante. La musica di Erin piace e può piacere ai fan della trap e dell’itpop, appunto, così come al fan di Mac DeMarco, di BENEE o addirittura degli ultimi Tame Impala.

Alan Uzzauto

Ginevra

Simile a: Birthh, Venerus, Joan Thiele

Il 2020 è stato un anno importante per GINEVRA, artista torinese che dopo RUINS, un ep interamente in inglese, ha deciso di esprimersi in italiano, nuovo capitolo della sua seppur-breve carriera condotto sotto l’egida della label Asian Fake. Retromarcia o innesco della quinta? La lingua con cui esprimersi, per un artista italiano, è sempre una questione spinosa. Eppure l’indie pop di GINEVRA sembra averci guadagnato in personalità, così come l’indie pop italiano in generale, di pari passo, può annoverare una nuova stella luminosa tra le sue fila. I primi singoli di GINEVRA sono stati un concentrato di eleganza e profondità; un profilo elevato che si è confermato nell’EP omonimo al primo singolo, METROPOLI.

Scrittura colta, voce soave: due ingredienti che inseriti nelle tracce della fucina di produzione di Asian Fake hanno dato vita a un mondo di cui GINEVRA è assoluta protagonista. Il suo modo di fare musica può fare breccia sotto tanti aspetti; ha una caratura artistica accostabile a quella delle maggiori interpreti mainstream italiane degli ultimi vent’anni, come ad esempio Elisa. Ma la sua attitudine – personale e musicale, e di quest’ultima è merito anche della visionarietà di Asian Fake – non è nemmeno distante dalle popstar indie che hanno segnato gli anni Dieci del Duemila (Banks e, seppur meno spettacolarizzata, FKA Twigs su tutte). Abbiamo tutti i presupposti per dire che il primo album di GINEVRA, che intanto è uscita con un nuovo singolo intitolato Vortice, sia uno degli snodi discografici che più attendiamo per questo 2021. 

Luca Montesi

The Tangram

Simile a: Parcels, Jungle, Her

Avrete sentito questa frase fino allo sfinimento ma oh, vi tocca anche stavolta parlando dei The Tangram: ecco una band dal respiro internazionale. Abruzzesi, in giro dal lontano 2016, come direbbe Stanis La Rochelle suonano davvero “poco italiani”: tre singoli pubblicati, tutti molto fighi, in bilico tra disco e funk.

Roba che fa muovere il culo in maniera molto elegante, con qualche falsetto qua e là ad impreziosire il tutto (Awesome), quelle chitarre languide che ti sciolgono il cuore (Magical) o il sax che entra a tradimento (Why). I prossimi singoli ci diranno se la strada intrapresa è quella giusta o se c’è spazio per altre deviazioni sul percorso, ma aspettiamo anche di vederli sul palco per capire se questa coolness è abbinata ad un impatto live con i controcoglioni. Insomma, abbiamo voglia di ballare, non in casa.

Sebastiano Orgnacco

BAUTISTA

Simile a: Ghali, Sfera Ebbasta, Tedua

Il guilty pleasure sul vostro Spotify negli ultimi anni è stato per caso J Balvin? Allora tenetevi forte e preparatevi a un upgrade di importanti dimensioni, perché Aaron Saavedra, in arte Bautista, è il nome che potete dovrete inserire nelle playlist del 2021. Il ragazzo si muove nella wave inarrestabile del “Tum, cha tum cha” che anche Sfera Ebbasta ha portato nel suo ultimo album e che si sta prendendo tutte le chart del pianeta.

Ma non chiamiamolo semplicemente reggaeton perché quello che fa lui suona molto più romantico (si legga: emo) e meno da festa al lido nel giorno di ferragosto. Alla produzione c’è Machweo ed insieme mescolano anima e cuore latino con sonorità dark/tropicali e sincopate. Un mix che suona meglio nelle tracce latino oriented (Senna) che in quelle da trapper classico (Damn Bro). Se la strada è questa e Aaron riuscirà a percorrerla senza sbandare, lo sentiremo sicuramente in heavy rotation tra radio e playlist, in attesa di qualche palco interessante.

Giuseppe Mangiameli

Pablo America

Simile a: Calcutta, Vasco Rossi, Cosmo

Quello di Pablo America è uno degli esordi italiani più attesi del 2021. Il suo vero nome e il volto non sono noti, ma sappiamo che è un cantautore, produttore nato a Torino negli anni ’90, che vive da anni nella campagna marchigiana. Canta e produce le sue canzoni con una chitarra, una tastiera e un computer. Prima di dedicarsi totalmente alla musica, da marzo 2020, Pablo ha lavorato come Uber driver facendo la spola tra Roma e Milano per oltre tremila corse che, come lui stesso dichiara, sono state la migliore ispirazione per sue le canzoni.

In Pablo America convivono due coscienze artistiche agli antipodi che si sviluppano parallelamente: se con il singolo di debutto “Noi non siamo il punk” e il successivo “Ascoltavo i Nirvana” è emersa la sua anima cantautoriale intimista, con “Grabowski”, invece, e le altre che seguiranno ha dato sfogo alla sua verve elettronica. Il suo è un pop realista che stringe però a denti stretti una sensibilità gigante dai risvolti psichedelici, alimentata da un’abissale urgenza di coralità.

Pasquale De Prizio