A a folloooo a follo iuuuu dipsi bebiiii a follo iuuuu…… La cara Lykke Li ha vissuto di rendita abbastanza a lungo sulla scia del famoso remix; ha così deciso di darsi una scrollata e di ritornare ad abbracciare quelle atmosfere nordiche che più le appartengono. Un’apertura alla fruibilità pop, nel senso di slancio verso un sound mainstream, e un’attenzione al prodotto finale erano però più che auspicabili in questo terzo album, I Never Learn.
La produzione del lavoro è di nuovo affidata a Björn di Peter Björn And John e, dati gli stilemi del disco, rischiava di essere davvero invadente. Così però non è stato, o almeno in buona parte.

La titletrack dà il via al lavoro con un giro di chitarra acustica frustante, naturale, che si evolve per poi culminare in un insieme di archi ben riuscito. Con No Rest For The Wicked, Never Gonna Love Again e Silver Line appare ancor più chiaro che a farla da padrone qui sono le melodie e i ritornelli da cantare, quasi Lykke Li vestisse i panni di una novella Florence dal timbro più delicato ma non per questo meno interessante. La sua voce domina chitarre elettriche, batterie e percussioni digitali, cori.
Quando si spinge troppo sull’acceleratore, però, e la vena pop diventa la vera colonna portante dei pezzi, vengono a galla le debolezze di un’impalcatura da ascolto prettamente radiofonico. I cori un po’ mitigati della già citata Never Gonna Love Again rischiano di raggiungere l’esagerazione pomposa in Just Like A Dream e la superano senza ombra di dubbio nella, ahimè bella, Heart Of Steel, rovinata appunto sul finale da un ensemble gospel davvero inutile.
Sleeping Alone e Love Me Like I’m Not Made Of Stone sono invece due fantastiche sorprese: due ballate, rispettivamente al piano e alla chitarra acustica, toccanti. La seconda in particolare raggiunge lo strazio (in senso positivo, se esiste, del termine) che solo Burn Your Fire For No Witness era riuscito a regalarci.

Lykke Li è sempre lei, remix o no la ragazza ci sa fare. I sentori di un percorso da popstar ormai intrapreso sono lampanti ma non ancora invadenti. La sua personalità e il suo talento riescono ad emergere in questo I Never Learn e la sua musica ha ancora ragione di esistere.
Noi possiamo solo sperare che le superproduzioni e le radio non la appiattiscano quasi fosse una Lana Del Rey qualunque.

Tracce consigliate: Love Me Like I’m Not Made Of Stone, I Never Learn.