Sono passati due anni dall’ultimo album solista di La Sera per gli amici Kickball Katy aka Katy Goodman aka la rossa tettona delle Vivian Girls. Sono cambiate tante cose nel frattempo: in realtà è cambiato soltanto che le Vivian Girls si sono sciolte mentre possiamo coscientemente sperare che le tette di Katy siano rimaste le stesse.

Essendo però costretti a parlare di musica, parliamo di musica. Hour of the Dawn, nelle intenzioni dell’autrice vorrebbe essere un’inversione di rotta dai precedenti ed, evidentemente, anche dal percorso fatto dalle Vivian Girls. Accompagnata dal chitarrista Todd Wisenbaker, l’ambizione è che Hour of the Dawn suoni come “Lesley Gore fronting Black Flag”. Ascoltando il primo singolo e canzone apripista dell’album, Losing to the Dark, ci si rende conto di come quella succitata altro non sia che una classica sparata per i giornalisti, Lesley Gore c’è (evviva, evviva davvero perché questo genere di sonorità viene elaborato davvero bene, per quanto oggi sia un cliché), i Black Flag invece sono latitanti nonostante potentissime e distortissime chitarre ruooock. L’energia dell’hardcore citata senza pudore nelle interviste sarà stata una forte motivazione e ispirazione in studio ma non si trovano influenze reali nella musica.

Il nuovo album di Miss Goodman è onesto garage pop estivo con più di una rievocazione sessantiana, a tratti lo-fi, sempre declinato in una chiave gioiosa e sbarazzina. Cosa aspettarsi da canzoni intitolate Summer of Love o All My Love Is For You? Si scivola fra le rotondità del suono di Control

Hour of the Dawn è ben prodotto, scorre via rapidamente in una gradevole mezz’ora di già sentito senza lasciare troppa impressione ma anche senza far mai storcere il naso. Difficile che questo album possa lasciarvi un segno indelebile del suo passaggio, a meno che non siate dei maniaci del beach pop o delle Vivian Girls.
Quattro anni fa i Best Coast avrebbero rabbrividito all’idea di avere una simile concorrente sul loro stesso campo. Oggi, con il pubblico soffocato da chitarrine sabbiose, reminescenze di canne fumate ascoltando i Jefferson Airplane e ragazze lentigginose che cantano a piedi nudi, l’ultima fatica della bella rossa difficilmente spiccherà. Le premesse per una carriera solista degna di tale nome ci sono, il talento c’è, la voce e l’attitudine giuste anche ma fino ad ora ci si limita a navigare in un limbo, mentre servirebbe un balzo in avanti.

Traccia consigliata: Control