Man Alive! di King Krule è un sorprendente 14 tracce senza contorni, fatto di suoni incongruenti, vivisezionato in masse non uguali di porzioni musicali varie, tutte avvolte in uno stesso sacco che è la voce senza tempo e senza luogo di King Krule. I primi brani dell’album sono i più energici, infarciti da una carica punk alla quale già Archy ci aveva abituato, e una post-punk che suona invece più nuova. La drum machine di Cellular e ancor di più la chitarra in Stoned Again (prima che si disperda sul finale in un suono pazzoide) sono echi delle sensibilità che hanno contraddistinto il passaggio tra gli anni ’70 e ’80, tra Joy Division e New Order. Non a caso, in questo primo terzo di disco, troviamo in altorilievo un basso rumoroso e nervoso, che ben si accorda col senso di perdita di segnale col mondo (“We’re losing signal, we’ve lost control“) e con il vecchio mondo caro a Marshall, quell’ancien regime di degrado periferico che è in fondo il suo mare preferito, raccontato in Comet Face tra rintocchi horror di basso e suoni d’ottone che sembrano urli d’espressionismo nord europeo.

Arriva poi The Dream a cambiare la direzione della corrente: “Stop making sense of things“. Un verso che richiama la poetica dei Talking Heads (Stop Making Sense è un album e un film della band) e un verso che delinea ciò che ci aspetta per il resto dell’album. Gli arrangiamenti si scompongono sempre di più; il basso, come una balena, dopo essere emerso in cima al muro sonoro, riscende nelle viscere della registrazione. Da Perfecto Miserable l’energia si scarica e gli occhi si chiudono. Man Alive! comincia a dialogare con le atmosfere del corto Hey World!, il grado di distorsione e di allucinazione si impenna verticalmente. King Krule favorisce i documenti: è lui più che mai.

‘Cause you’re my everything, I have no words

And you’re the only thing that makes life worth

Eccolo, qui ci riavviciniamo alle parti migliori di The OOZ; una dedica d’amore assoluta si veste con i panni di un incubo febbrile. Cominciamo a sprofondare negli abissi di Archy Marshall, se non fosse che il telefono di nuovo squilla: Alone, Omen 3 ritarda di poco la discesa nel limbo giusto per ricordarci che nemmeno per un minuto “you’re not alone / deep in the metropole“. Un bene o un male?

Da Airport Antenatal Airplane si entra nella fase finale dell’album, quella del cedimento di logica, dell’arrivo dei mostri in (Don’t Let the Dragon) Draag On e dei bilanci sballati, come quell’isterico e ipocrita mantra che infarcisce Energy Fleets: “such a funny life I lead“. In quest’ultima sezione del disco l’ascolto si deve fare più attento. I brani sono legati tra loro indissolubilmente, i feticci musicali Jazz e Rhythm and Blues dell’autore che lo tormentano da 6 Feet Beneath the Moon si manifestano in arpeggi, colpi di piatto, in accenni di sax (suonato da Ignacio Salvadores), si mescolano nell’atmosfera calda del meraviglioso interludio Theme For The Cross e cadono come petali in Please Complete Thee, un fiore spoglio e appassito che conclude l’album, e che potrebbe sancire l’inizio di un film dell’orrore.

L’universo di King Krule è in espansione. Man Alive! è il suo terzo album, ed è un Big Bang giunto dopo tanto accumulo creativo fatto di arti visive, grafiche, di suono. Questo terzo album è una creatura deforme, straziata da radiazioni e interferenze, un disco privo di contorni, lontano dall’essere un’espressione umana. Dalle allucinazioni di un supermarket, King Krule ci traghetta lentamente alle visioni di un inconscio profondo e inspiegabile, simile alle immagini che un’ecografia morfologica invia dal pancione al monitor, e che chissà quale effetto hanno fatto a un ragazzo dai capelli rossi con una sensibilità diversa rispetto ai comuni mortali – sì, perché parallelamente alla gestazione del disco, c’è stata la nascita di Marina, la prima figlia di Archy Marshall e Charlotte Patmore.

Man Alive! è una nuova grandiosa declinazione del talento di King Krule, che si conferma ancora una volta artista impossibile da puntellare in una definizione, un artista totale e sempre più unico.

Tracce consigliateCellularStoned AgainComet Face, Alone, Omen 3