Leggendo l’introduzione al libro Cows By The Water di Albert Oehlen, mi capita di incontrare la descrizione di François Pinault riguardante lo stile del pittore tedesco. Accade proprio che in quei giorni mi stessi preparando al nuovo disco di (Sandy) Alex G con una serie di ascolti dei vecchi album, soffermandomi perlopiù su Beach Music e DSU, e fatto vuole che mi venga servita la perfetta descrizione di quella che è anche l’arte del musicista americano. Il testo cita:

Non figurativa, non astratta, eppure talvolta sia figurativa sia astratta, la pittura di Oehlen gioca in permanenza sui contrasti tra la perfetta padronanza dei canoni classici e una radicale rimessa in causa di quegli stessi canoni nell’intento di inventare un nuovo linguaggio. Un’arte sorprendente, la sua, che suscita un sentimento del tutto particolare, oscillante tra estraneità e familiarità. È un’arte burlesca e, nel contempo, malinconica, seducente e violenta, sconcertante e rassicurante.

E così si comporta la stessa arte di Giannascoli; un “nuovo linguaggio” che giudica tutto ciò che è venuto prima, la quale sincerità ci da l’impressione di avere un’anima semplice ma che in realtà nasconde molto di più dietro, riuscendo ad essere complicata sotto diversi punti di vista, in maggior parte nelle produzioni, anch’esse superficialmente grezze ma che in realtà ricoprono una marea di mani sotto.

Tra i compositori della corrente lo-fi rock dei giorni nostri, (Sandy) Alex G rimane sicuramente il più complesso, portando il proprio percorso narrativo ad esprimere l’assurdità delle vite più degenerate (Hope) e i racconti personali dal sentimento più puro (Cow, In My Arms). Sempre facendosi gioco delle produzione meglio curate,  la solita, singolare, scrittura melodica sembra appartenere sempre più a degli spazi inimmaginabili. Ed è in House Of Sugar che viene raggiunta la melodia più onirica mai uscita dagli studi philadelphiani di casa Giannascoli; la sola Walk Away ci fa subito chiare le capacità di questo nuovo disco, ponendoci una corsa ad ostacoli nel complicato mix di questo brano iniziale, per raggiungere, una volta compresa, la ragione di un pezzo così attanagliante. Tra le materie che ci si presentano in questa sorta di lavoro autobiografico vi è spesso la dipendenza, che sia da sostanze o persone, degli elementi vicini al protagonista (in alcuni momenti anche egli stesso), il quale ci rappresenta quella realtà tanto lontana dalla nostra che già è stata incontrata in Rocket e Beach Music e le vie di fuga adoperate dai vari personaggi.

Le problematiche cantate dall’artista seguono musicalmente la nuova corrente esoterica intrapresa dai diversi artisti del genere (GirlpoolPorches) e il suono di G, adesso diventato più etereo, spesso ora si avvale di glitch, altre volte astrae in atmosfere simili a quelle del vecchio collaboratore Oneohtrix Point Never, perdendo l’elemento classico, l’americana dei brani pù acustici, e seguendo altre vie, ottenendo la canonicità dei brani più astratti dei vecchi dischi in un modo diverso.
House Of Sugar riesce ad essere uno dei lavori più completi dell’artista. Seppure sia una lista di ostacoli passati e presenti, la chiusura Sugar House riporta le buone intenzioni per un domani sereno e l’impegno di una persona adulta nel fare il possibile per fare e ricevere del bene. L’adulto che è Alex G adesso è stato confermato da delle tematiche così serie in questo disco che poco viene lasciato alla spontaneità di alcuni brani del passato.

L’umanità della persona viene adesso chiarita dal suo desiderio di continuare ad amare ed essere sereno con chi lo circonda, esprimendosi in un linguaggio tanto singolare quanto collettivo, tanto pessimistico quanto fidente.

Tracce consigliate: Walk Away, Gretel, In My Arms