Derwin Schlecker è uno dei maggior talenti dell’ultima decade di musica elettronica. Ha fatto le sue fortune riuscendo a miscelare stili e generi diversi, creandosi una vera e propria identità sonora.
Sopratutto con il primo lavoro, Lucky Shiner, ha sperimentato un’elettronica postmoderna molto identificativa, mentre nel successivo Half Of Where You Live ha intrapreso una strada più ordinaria, spostandosi, a modo suo, quasi completamente sulla techno e l’idm.
Nel mezzo, singoli e progetti più e meno convincenti, ma finalmente è arrivato il momento del terzo disco.

La musa ispiratrice di questa nuova fatica è il Giappone (terra con cui la sua musica ha sempre avuto un certo legame): mesi prima aveva intrapreso un viaggio nella terra nipponica.
Singolare la scelta del titolo Good Luck And Do Your Best, scelto, si narra, dopo la frase di un tassista che lo ha accompagnato ad un concerto. Inizialmente l’idea prevedeva una specie di documentario sulla vacanza intrapresa, tant’è che Derwin era accompagnato da una fotografa, ma poi il progetto è naufragato.
In verità è il disco stesso che prova a illustrarci questo viaggio.
La prima cosa che colpisce è la totale distanza dal precedente e dai suoi alti bpm, tornando su ludi sicuramente più vicini a Lucky Shiner. Gold Panda torna ad un suono nostalgico e orientaleggiante, con sfumature che toccano l’ambient (Unthank) e il jazz (Your Good Times Are Just Beginning).
L’opener Metal Bird è di respiro fourtetiano, ma gli episodi più riusciti sono sicuramente l’ipnotica Time Eater e la malinconica Pink and Green.
Anche i rilassanti loop di chitarra di I Am A Real Punk si fanno rispettare, mentre si scade un po’ nell’anonimato con Song For A Dead Friend, brano che più si avvicina a HOWYL.

Per tutta la durata del disco la bandiera del Sol Levante è issata forte e chiara, riuscendo nello scopo di raccontarci il viaggio attraverso suoni e atmosfere molto evocative.
Nonostante l’ottima produzione e la piacevolezza d’ascolto, la pecca di GLADYB è che suona un bel po’ fuori tempo massimo. Cose già sentite e risentite che rischiano di cadere presto nel dimenticatoio.
Probabilmente questa mancanza di originalità non interesserà neanche troppo a Gold Panda che voleva solo raccontarci il suo legame con questa terra. Il risultato è un buon lavoro, non un capolavoro.

Traccia consigliata: Time Eater