Four Tet, ma che fai?

Da qualche tempo a questa parte, alle volte ti fai chiamare Percussions, rilasci delle tracce senza dire niente a nessuno, produci i dischi di Omar Souleyman, abbandoni la folktronica perché “the club is my world now” e poi te ne esci dal nulla con questo Morning/Evening, presentato così in un tweet: “Very few people have heard my new album but both my mother and father tell me it’s some of my best music so far”. Ok che ogni scarrafone è bello a mamma sua ma, ecco, io penso che i tuoi genitori non abbiano mai ascoltato Rounds o There Is Love in You.
E come se non bastasse anche il concepimento di Morning/Evening lascia un po’ perplessi: due suite da 20 minuti ciascuna composte, come riporta il Bandcamp dell’artista, “using the Ableton Live software to control and mix VST synthesizers and manipulations of found audio recordings”.

Si parte con Morning Side, la quale riprende quei beat folktronici che hanno reso famosa la musica di Kieran (ma come, ma non avevi detto “the club is my world now”?), portando la mente lontana dal precedente Beautiful Rewind, retrocedendo ai primi fasti della produzione fourtetiana. Una voce piano piano si fa largo, una melodia e un timbro orientali cullano l’ascoltatore in uno stato di rilassamento neurologico che troppo spesso rischia di sfociare nel dormiveglia. Sì perché anche se il giro di percussioni è azzeccato, l’atmosfera perfetta e la voce adagiata magistralmente sul resto, non basta copiare e incollare 3 volte un pezzo di 5 minuti per ottenere una suite. Mi aspetto delle variazioni, delle svolte, un divenire. E invece no, Everything Static [semicit.] se si toglie un giro di lancette di break attorno ai 10 minuti e la pur piacevole coda ambient sul finale.
L’altro lato, Evening, dal canto suo cerca di sperimentare quanto più possibile, passando da momenti di nulla cosmico (qualche bleep e qualche wroom e nulla più) disperso in un’atmosfera spaziale, per poi giocare con campioni di voci dilatati (probabilmente, così a orecchio, gli stessi di Morning Side) che si sostituiscono ai pad, sino a far subentrare quei beat che ormai sono marchi di fabbrica.
E poi basta, fine.

Inutile prendersi in giro, sono da sempre un grande, ma che dico grande, gigantesco fan di Four Tet e la notizia di ogni suo nuovo album mi rende felice. Ma qui, nonostante gli aspetti positivi, purtroppo la noia talvolta (spesso) prende il sopravvento, le lacune compositive vengono a galla e delle domande sorgono spontanee.
L’interrogativo che mi rimbalza in testa maggiormente però è questo: Morning/Evening rappresenta il punto più basso di una carriera ormai terminata, la bandiera bianca sventolata dall’estro creativo di Hebden? O è invece un nuovo punto di partenza, il ritorno alle origini, il ritrovo mistico di se stessi?
Io spero tanto nella seconda ipotesi, perché mi piacerebbe tornare a sorridere percependo la serenità di Four Tet dritta in fondo alla magia della sua musica.

Traccia consigliata: Morning Side