Con la sua ormai più che decennale carriera, Clark, può essere ormai considerato un punto di riferimento nella musica elettronica. Come altri suoi illustri colleghi della stessa scuderia, la Warp Records, si è guadagnato, disco dopo disco, una certa posizione nell’ambiente. Negli ultimi 3 anni e mezzo ha sfornato 3 dischi, qualche ep, diversi remix e collaborazioni varie (vedi Save Fabric) mantenendo sempre un’alta qualità, segno di un periodo artisticamente florido ed ispirato. E quindi dopo l’omonimo disco, e The Last Panthers, che fa da colonna sonora all’omonima serie, ecco il turno di Death Peak.

La musica di Clark è sempre molto cinematografica ed evocativa e Death Peak non fa eccezione: è un lavoro intenso, pieno di contraddizioni, dove si percepisce realmente il coinvolgimento emotivo dell’artista: riesce a creare atmosfere talmente suggestive che potrebbe essere paragonato ad un pittore espressionista.
L’album è un continuo evolversi e trasformarsi, spesso all’interno della stessa traccia. È difficile persino decifrare le proprie emozioni: ascoltando l’opener Spring But Dark la linea tra l’essere rilassati o inquietati è davvero troppo sottile. Butterfly Prowler è la gemella lo-fi di Unfurla e insieme alla fourtettiana Peak Magnetic chiude il primo trittico. Con Hoova si piomba nel caos, nel pericolo, salvo poi trovare un’ovattata tranquillità nel finale. La robotica Slap Drones rievoca un po’ Feral dei Radiohead un po’ il kraut-rock e ci porta ad Afermath, dolce e malinconico intervallo prima di Catastrophe Anthem: forse il pezzo più intenso del disco, in cui un’inquietante ed eterea melodia ruota intorno allo strumento principale, ovvero un coro di bambini che cantano “We are your ancestors”. Per concludere Un U.K. dove in 10 minuti Clark sintetizza tutto il disco o più precisamente, il suo bagaglio musicale.

Death Peak è un lavoro complesso ed emotivamente probante. Non è troppo coerente o sensato, ma è bello per questo, perché ciò lo rende molto reale. Un disco sicuramente meno scuro dei precedenti, anche se a tratti davvero minaccioso, che dà molto importanza alla voce, usata come un vero e proprio strumento e messa al centro del progetto.
Un’altra prova di grande livello per un artista che è ormai una sicurezza.

Tracce consigliate: Catastrophe AnthemButterfly Prowler