Salve, sono Cameron Avery, forse vi ricorderete di me come bassista dei Tame Impala, o batterista dei Pond, o come turnista per i The Last Shadow Puppets

Questo incipit dice molto sulla carriera di Cameron Avery, ma tiene sottotraccia il suo background musicale, che si discosta dalla psichedelia 2.0 di Kevin Parker e abbraccia sonorità più vintage, da Elvis, passando per Sinatra sino a Etta James e compagnia bella. L’idea che mi sono fatto di questo album, ascoltando i primi singoli e osservando alcune datate esibizioni in acustico dell’artista, è che sia nato da una friendzone poderosa con Alexa Chung (amica di vecchia di data del poli-strumentista di Perth e che ha iniziato il musicista agli ascolti di Father John Misty), tesi poi suffragata dai testi (molto personali e meno satirici rispetto al collega americano) e dal bellissimo videoclip che accompagna Dance With Me. Stando alle dichiarazioni ufficiali dell’autore, il nucleo centrale di Pipe Dreams, Ripe Dreams si sviluppa intorno a un tema vicino e allo stesso tempo lontano dalla nostra contemporaneità: la ricerca di relazioni affettive stabili e autentiche, quasi platoniche e non necessariamente sentimentali. Avery riesce a ricreare questo mood romantico attraverso ballate senza tempo, delicate e che allo stesso tempo riescono a instaurare una forte empatia nell’ascoltatore. Risultato reso più semplice grazie al timbro ora delicato ora ruvido e non del tutto dissimile da quello di Josh Tillman e ai soliti magistrali arrangiamenti per archi realizzati dal fido Owen Pallet, ormai avvezzo collaboratore della scena cantautorale losangelina.

Le dieci tracce che compongono l’album (più le due incluse nell’edizione deluxe, il gospel colloquiale di Whoever Said Gambling’s For Suckers e la versione radiofonica di C’est Toi), non fanno che confermare quanto detto sopra: si parte con la ballata acustica A Time And Place, preludio alle atmosfere intime e morbide che caratterizzano il fil rouge del lavoro, attraverso particolari eleganti e jazzy come le spazzole e il sax. Wasted On Fidelity con un ritornello struggente, riesce a polverizzare il muro che delimita virtualmente ascoltatore e artista, mettendosi a nudo :

You know she’s got a busy day and I’d really love to stay, but I got shows to stop and pills to pop so I really must be going, babe

Il talento di Avery nel generare singoli accattivanti con pochi accordi (tre per l’esattezza) è palese in C’est Toi, titolo francese che denota una passione e uno stile che si addicono fortemente allo stile di un Gainsbourg, dal quale sicuramente il ragazzo australiano ha attinto a piene mani, anche dal punto di vista prettamente estetico. Dance With Me, potrebbe essere considerato uno dei capolavori contemporanei dell’indie pop, che non sfigurerebbe di certo nella discografia di un Leonard Cohen o di un Lou Reed “These lips ain’t just for talking and these boots ain’t just for waling, won’t you dance with me?” ; Big Town Girl si muove tra atmosfere rarefatte e disilluse di una metropoli contemporanea “She’s forever in a rush between no and maybe […] and thinks I’m okay to be her pal”, con un crescendo finale da pelle d’oca, sublimato dagli archi di Pallet. Delle qualità canore di Avery abbiamo già parlato, ma vale la pena ascoltare Do You Know Me By The Heart, per sciogliere qualsiasi dubbio sulle quintalate di talento di cui dispone il Nostro.

Se avete gradito gli ultimi lavori di Alex Turner e Father John Misty, probabilmente questo è un lavoro che agilmente troverà spazio nella vostre classifiche di fine anno, per i restanti ascoltatori Pipe Dreams, Ripe Dreams rimane una proposta autentica, personale, ricca di particolari e orpelli (come la batteria, spesso con tempi linear mai banali) di gradevole ascolto. Cameron Avery, perfettamente a suo agio nella figura anacronistica di crooner del ventunesimo secolo, non disdegna zigzagare nei più disparati generi (tra i suoi ascolti spiccano anche Kendrick Lamar e i Run The Jewels) ma quando si tratta di mettersi a nudo, predilige giocare in casa e aggrapparsi ai capisaldi della propria discografia di fiducia. Il risultato è drammatico, intenso, vissuto: musica, appunto.

Tracce consigliate: Big Town Girl, Dance With Me, Wasted On Fidelity.