Dimenticate il pogo duro con il post-indie-punk di I Had The Blues But I Shook Them Loose (2009), dimenticate le dolci ninna-nanne acustiche di Flaws (2010) e dimenticate anche il meltin-pot di suoni di A Different Kind of Fix (2011). A soli 24 anni (più o meno l’età di tutti i componenti della band) i Bombay Bicycle Club (da qui BBC) giungono al quarto album dopo 3 lunghi anni pieni di concerti, festival e viaggi. Prendete un tappeto volante, metteteci sopra Jónsi a braccetto dei BBC e volate in giro per il mondo, prendendo un po’ di sapori e melodie esotiche da ogni Paese in cui vi fermate.
Overdone in apertura è loop infinito di archi orientali accompagnata da un ottimo groove di batteria; Carry Me coi sui synth gommosi in levare ci porta in ambiente AlunaGeorge (nel mixing dell’album infatti troviamo Mark Rankin, già presente in Body Music). Tutte le tracce (o quasi) viaggiano su sample curati maniacalmente ripetuti in loop e cori in falsetto che ci riportano indietro di qualche anno quando Shuffle veniva riprodotta un po’ ovunque.
Il pezzone dell’album è sicuramente Luna, che con le sue percussioni afro, la sua linea di basso potentissima e Rae Morris come seconda voce ci fanno emozionare creando un mix tra Jinja Safari, (i primissimi) Vampire Weekend e Foals. Le esplosioni di Whenever, Wherever e Eyes Off You avrebbero qualcosa da dire forse in un Mylo Xyloto dei Coldplay, ma in questo album poco ci azzeccano, nonostante siano pezzi freschi e orecchiabili. Se non siete ancora soddisfatti dal viaggio per il mondo Steadman sa come accontentarvi e subito vi porta in uno studio di produzione di un film bollywoodiano la cui colonna sonora è Feel, che a volerla dire tutta se mai avete giocato a Bust A Groove per Play Station non farà altro che ricordarvi la musica del livello di Capoeira. La chiusura della title-track, posizionata a fine tracklist, è una bomba, ma è da prendere con le pinze perché si tratta di un pezzo ai limiti della acid-house, messo in un contesto completamente diverso (esperimento già riuscito ai Jagwar Ma con Four nell’album Howlin).
Crescita, evoluzione, ri-modernizzazione, consacrazione? Niente di tutto ciò: i BBC dimostrano ancora una volta di non essere una semplice indie-band e di riuscire a confermarsi ogni volta con album freschi e originali.