aveypwcoverEtichetta: Domino
Anno:2016

Simile a:
Panda Bear – Panda Bear Meets the Grim Reaper
Dan Deacon – Gliss Riffer
Animal Collective – Centipede Hz

Quando un corpo viene trascinato da una massa fluida in movimento si dice che è la deriva. Non ha né una casa, né tantomeno una destinazione ben precisa ma continua a scivolare verso destinazioni ignote a tutti e forse perfino a lui stesso. Solo la massa fluida può sapere qual’è la meta finale da raggiungere e ci gioca il brutto tiro di non dirlo mai, mascherandosi dietro a una semplice tendenza all’infinito che esula dalla fantasia di qualsiasi nostra immaginazione più florida. Possiamo immaginare questo rapporto come quello tra un passeggero e un’autista di un taxi che si nasconde dietro il vetro che divide la parte anteriore e posteriore della macchina. I due scambieranno qualche rapida battuta, magari si staranno anche simpatici vicendevolmente ma non potranno mai dire di conoscersi realmente. In un certo senso la musica degli Animal Collective ha sempre percorso questo tipo di binario.

Immaginate i tre componenti del gruppo nel loro studio di registrazione come il corpo che viene trascinato dall’ispirazione sonora (che è la massa fluida) lungo il fiume infinito della musica. I generi trattati nel corso della lunga carriera del trio sono stati i più disparati, accomunati da una forte tendenza all’improvvisazione e all’assemblare tutto quello che poteva scaturire da suoni molto differenti che però si univano tremendamente bene. E’ la classica storia filosofica della singola parte che unendosi alle altre forma un tutto. Con il loro decimo album in studio, Painting With, il gruppo originario di Baltimora però compie un mezzo passo indietro. Molto influenzato dal penultimo Centipede Hz, con cui condivide il genere trattato (ossia l’elettronica), rivela senza ombra di dubbio una mancanza di ispirazione che, intendiamoci, non va ad influire sull’orchestrazione dell’intero lavoro. A livello tecnico l’album è ineccepibile, ma quello che manca è la struttura generale dell’opera, le canzoni.

Il carattere principale di Painting With è senza ombra di dubbio la ricerca di un’immediatezza con cui mai prima di ora il gruppo di Panda Bear e co. si era confrontato. Ecco spiegato il motivo delle dodici canzoni condensate in appena quarantuno minuti di durata dell’Lp, con molti brani che non raggiungono neanche i tre minuti di durata. Un’opera di smembramento sonoro che però non raggiunge l’obiettivo prefissato, tagliando in maniera eccessiva “l’anima” delle tracce che risultano troppo sghembe per poter sussistere in maniera autonoma. E’ indubbio che gli episodi di punta del disco si ritrovino laddove la musica “non facile” della band statunitense si districa in più minuti, libera di poter esprimere in più parti il suo linguaggio complesso senza farlo cristallizzare nella sua freddezza iniziale agli occhi e alle orecchie dell’ascoltatore. Ecco allora che i momenti migliori si condensano in pochi e rarefatti momenti. Il delicato incedere di Vertical e il mescolarsi delle voci allucinate di Lying in the Grass alzano il livello medio generale, così come lo fanno le conclusive Golden Gal e Recycling dove le melodie orecchiabili  ritornano a centrare un po’ la traiettoria del sentiero impervio. A stupire in negativo è una parte centrale priva di brani memorabili che scivolano via senza lasciare la minima traccia, rendendo Painting With un corpo alla deriva che non conosce il proprio destino.
Come il passeggero e l’autista che lo porta verso lidi inesplorati. E stavolta sembra proprio che i due non si siano neanche presi troppo in simpatia.

Tracce consigliate: Lying in the Grass, Golden Gal