The Lobster. Hereditary. Ex Machina. The Disaster Artist. Midsommar. Sono titoli di film presi un po’ a casaccio, ma tutti quanti hanno una cosa in comune: la casa di produzione di queste pellicole è la stessa. Il nome potrebbe non dirvi molto, le prime volte risulta quasi dimenticabile, ma sono sicuro che il logo lo avete già incontrato, probabilmente più volte di quante ricordate:
Di solito non ci si ricorda delle case di produzione, distribuzione o dei nomi e dei loghi di chi lavora dietro alle quinte. Esistono la Disney, la Warner, la Universal, la Sony e tutto l’enorme sottobosco indipendente di cui la A24 è esponente di punta. Perché?
Per la credibilità che è riuscita a costruirsi pellicola dopo pellicola negli anni, per aver lanciato registi e attori diventati poi nomi di spicco, per essere riuscita a legare il proprio brand ad un’estetica ben precisa, dai film alle serie tv (un esempio? Euphoria), catturando l’attenzione di cinefili e spettatori occasionali, fino ad arrivare alla massima autorità in ambito cinematografico: l’Academy.
La A24 (in origine A24 Films) viene fondata nel 2012 a New York da Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges, tutti nomi in qualche modo provenienti dal mondo del cinema, direttamente o indirettamente. La storia è più o meno tutta qui, ma è l’origine del nome la parte più interessante: “pare un’autostrada” avrete pensato, e infatti è proprio così. Quando Katz ebbe l’illuminazione, decidendo così di fondare una casa di distribuzione, stava guidando con degli amici in Italia. Indovinate su che autostrada? Esatto, la A24 Roma-Teramo. I casi della vita…
Il botto arrivò con Spring Breakers di Harmony Korine, che puntò soprattutto sul ruolo ben poco disneyano di Vanessa Hudgens e Selena Gomez. Toccò poi a Bling Ring di Sofia Coppola, film dimenticabile che tutti ricordano per questa gif di Emma Watson. Era il 2013, e sotto traccia venivano distribuiti anche Under The Skin, Locke e, negli anni successivi, Ex Machina, Room, The VVitch, The Lobster e tanti, tantissimi altri, mentre sempre più attori diventavano icone A24 (Willem Dafoe, Robert Pattinson, Brie Larson) e sempre più registi uscivano dalla nicchia (Yorgos Lanthimos, Ari Aster). Si è parlato spesso di A24 vibes per descrivere questi film, dato che oltre all’estetica, al merch e ai trailer pazzeschi, quello che colpisce è il mood dei film, come vengono raccontati, la percezione tangibile dell’affiatamento tra regista, cast e crew, distante anni luce dai colossal hollywoodiani. Si sente e si vede.
Hollywood ormai è gestita da contabili. Per questo ogni volta che parli con qualcuno che non lo è, ti viene voglia di firmare subito. È eccitante. Si vedeva che i ragazzi di A24 ci mettevano il cuore. (Harmony Korine)
La qualità a volte paga. I film A24 hanno ricevuto una caterva di premi e nomination, ma soprattutto hanno conquistato 25 candidature agli Oscar, vincendo 6 statuette: Miglior Attrice Protagonista (Brie Larson in Room), Miglior Documentario (Amy), Migliori Effetti Speciali (Ex Machina) e il discusso jackpot di Moonlight (Miglior Sceneggiatura Non Originale, Miglior Attore Non Protagonista per Mahershala Ali e Miglior Film) con la statuetta più desiderata consegnata prima per errore a La La Land.
Raramente una casa di distribuzione riesce ad avere fan veri e propri. In questo caso è diverso: sono nati gruppi social, thread su Reddit, liste e challenge a chi ne ha guardati di più. Un elenco (ad oggi 98 film) di assoluta qualità, ma con anche qualche momento dimenticabile.
Andando oltre i titoli più famosi, eccoci allora a consigliarvi 7 film bellissimi distribuiti da A24 che secondo noi dovreste assolutamente guardare (e dove trovarli, grazie a JustWatch).
Enemy (2013) – Denis Villeneuve
Nel 2013 Villeneuve è un promettente regista canadese di cui si parla gran bene. Sulla sua strada trova un grandissimo attore come Jake Gyllenhaal e arriva la svolta: prima il bellissimo Prisoners, poi il discusso Enemy. Thriller psicologico tratto da un romanzo di Saramago, in cui un professore di storia si trova a fare i conti con il proprio doppleganger. Premiato come film canadese dell’anno per i TFCA, si tratta di un’ora e mezza che tiene incollati allo schermo, per poi stupire sul finale. Guardalo su Chili.
Green Room (2016) – Jeremy Saulnier
La musica è importantissima in svariate pellicole A24, diventandone parte fondante in documentari come Amy e Oasis: Supersonic. Green Room, terza opera da regista di Saulnier, racconta l’avventura di una sgangherata band punk che si trova per sbaglio a suonare in un covo di naziskin. Inutile dire che le cose degenereranno presto, per un film eccellente e a tratti davvero crudo, in cui spiccano le prove di Patrick Stewart (il Picard di Star Trek) e del compianto Anton Yelchin, in uno dei suoi ultimi ruoli prima della sua scomparsa. Guardalo su Prime Video.
Swiss Army Man: Un Amico Multiuso (2016) – The Daniels
Cinque anni dopo la fine della saga di Harry Potter, Daniel Radcliffe sta ancora cercando di costruirsi una carriera fuori da Hogwarts. Un’occasione gliela danno altri due Daniel (Kwan e Scheinert) con Swiss Army Man, in un ruolo da co-protagonista con l’altro ragazzo prodigio Paul Dano. C’è solo un problema: Harry deve impersonare una specie di zombie con il meteorismo. Non ci credete? Date un’occhiata al trailer e poi fiondatevi subito a recuperare questa perla: amicizia, amore e coraggio, ma anche depressione, tragedia e paura di non essere accettati. Dietro alla sua premessa sgangherata, c’è un mare di emozioni in cui tuffarsi. Guardalo su Prime Video.
Le Donne Della Mia Vita – 20th Century Women (2016) – Mike Mills
Sì okay, belli i thriller, gli horror e le commedie, ma c’è qualcosa di più gratificante di un bellissimo racconto di formazione? Certo: un bellissimo racconto di formazione con Annette Bening, Greta Gerwig ed Elle Fanning ambientato nella California di fine anni ’70. Seguiamo le vicende di Jamie, adolescente cresciuto dalla madre Dorothea in un contesto dove idee, arte, amore e amicizia contano più di tutto il resto. Indovinate un po’? Anche la colonna sonora è pazzesca, tra Black Flag e Talking Heads, Raincoats e Clash. Un must-watch che trovate su Chili.
Storia Di Un Fantasma – A Ghost Story (2017) – David Lowery
Cosa succede alle persone amate quando non ci sono più? Qualcosa potrebbe tenerle ancorate al nostro mondo, costringendole a vagare come fantasmi. A Ghost Story prende il costume di Halloween più vecchio del mondo e ci dipinge attorno una storia semplice, quadrata e struggente. Qui le lacrime scorrono a fiumi, nonostante ci si chieda di immedesimarci con… un lenzuolo dentro una polaroid. È anche questa la potenza dei grandi film, dei grandi registi e dei grandi attori. Di questa lista, sarà forse il film a cui ripenserete più spesso. Lo potete guardare su Prime Video e anche su Netflix (dal 18 maggio).
Good Time (2017) – The Safdie Brothers
I fratelli Bennie e Josh Safdie li conoscerete probabilmente per Uncut Gems, il film che ha fatto rivalutare Adam Sandler agli amanti del cinema impegnato e che se non avete visto dovete recuperare ora. L’opera precedente del duo è forse ancora più bella, grazie alla regia cinetica e velocissima dei Safdies e alla caratteristica fotografia sporca e colorata al neon che è ormai un marchio di fabbrica. Ma anche qui la palma di migliori se la aggiudicano i due attori protagonisti: Robert Pattinson è Connie, delinquente da quattro soldi che deve riportare a casa il fratello ritardato Nick, interpretato proprio da Bennie Safdie, uno dei registi. Se a questo aggiungete che la colonna sonora, come per Uncut Gems, è opera di Oneohtrix Point Never, capirete subito perché Good Time è uno dei migliori film degli anni Dieci. Per capirlo meglio, guardatelo su Netflix.
The Farewell: Una Bugia Buona (2019) – Lulu Wang
Nel succulento 2019 di A24, tra Midsommar e The Lighthouse, Under The Silver Lake e High Life, spicca questo comedy-drama diretto dalla cinese Lulu Wang e ambientato proprio in Cina. La nonna di una grande famiglia sta morendo, ma nessuno glielo vuole dire, perché apparentemente è così che funziona da quelle parti. Noi seguiamo la vicenda dagli occhi della nipote Billi (interpretata da Awkwafina), legatissima alla nonna e allo stesso tempo impossibilitata a dirle la verità. Un film tanto commovente quanto sagace, una di quelle pellicole che probabilmente vi renderà delle persone migliori a fine visione. Guardatelo su Chili.
E adesso?
Il 2020 doveva essere l’ennesimo grande anno per la A24, con l’uscita dell’horror Saint Maud della debuttante Rose Glass o il dark-fantasy The Green Knight, nuova prova di David Lowery dopo A Ghost Story, mentre per il futuro ci attendono il ritorno di Sofia Coppola e Bill Murray e chissà cos’altro. Tutto è stato ovviamente rallentato, ma non abbiamo dubbi che, per una casa di distribuzione lanciatissima che prende il nome da un’autostrada, ricominciare a correre non sarà proprio un problema.
A24 produce e distribuisce circa 20 film all’anno, tra capolavori e pellicole tranquillamente dimenticabili. Molte di queste non sono mai arrivate in Italia (ancora) come Under The Silver Lake, The Lighthouse o Hot Summer Nights, altre sono diventati film di culto. Niente più e niente meno quello che ogni casa di produzione indipendente riesce a conquistare ogni anno, ma la differenza con le varie Neon, Annapurna, Blumhouse o Magnolia, ha saputo costruirsi un brand e una fanbase solidi, come e più di una band indipendente, o di un’etichetta discografica. Sono un marchio di qualità, non perché fanno le cose meglio di altri (anche se ultimamente è quello che succede) ma perché le fanno meglio e riescono a farlo sapere a tutti.