In occasione della ristampa di Power Corruption & Lies dei New Order, il batterista Stephen Morris è stato brevemente intervistato, insieme al bassista Peter Hook, da NME.

Si è ribadito quanto questo secondo album dei New Order sia stato importante per la band nata dalle ceneri dei Joy Division; le nuove sonorità introdotte hanno spiegato le vele della formazione orfana di Ian Curtis verso nuovi lidi – (“eravamo indirizzati verso i Kraftwerk e la musica elettronica in generale”) – nuovi lidi rispetto a quelli di Movement, il primo disco ancora troppo vicino all’ombra del frontman tragicamente scomparso.

Ma soprattutto, tra le brevi battute dell’intervista, Morris si è lasciato andare anche a qualche dichiarazione ipotetica:

Se fossimo sopravvissuti con i Joy Division, avremmo usato sempre molta musica elettronica, ma probabilmente in una direzione più in stile Radiohead, piuttosto che dance. Penso che sarebbe stato un qualcosa di atmosferico, ma ritmico.

Insomma, Stephen Morris conclude che sì, i lavori dei Joy Division avrebbero preso una direzione simile a quella che hanno intrapreso i Radiohead soprattutto con Kid A.

Una significativa investitura per la band di Thom Yorke e per il loro quarto album, che proprio in questi giorni ha compiuto vent’anni. E una nota – ulteriore – di rammarico, quando ci soffermiamo sul fatto che questi discorsi possono essere solo introdotti dal “se”.

Basta: questo è un buon momento per ascoltarci in rotazione New Order, Radiohead e Joy Division.