Non essendo mai stato un grande amante del folk appena ho letto di fianco al moniker di questo ragazzo irlandese il tag “folk” ho immediatamente pensato “no che palle, sarà noiosissimo”. Invece per fortuna le tag non sono delle sentenze e nella musica esistono le sorprese.

A dire il vero il primo pezzo dell’album, The Lighthouse, stava incarnando in tutto e per tutto ciò che mi aspettavo e non avrei voluto sentire. Un pezzo sui generis di Andrew Bird e anche sulla riga del precedente lavoro di Conor O’Brien, Becoming a Jackal (2010, Domino). Ma come dicevo esistono le sorprese e l’ascolto di The Waves, mi apre un orizzonte completamente nuovo su questo album. Ticchettio di un telegrafo, una cassa ben ovattata, un breve arpeggio e la quasi sussurrata voce di Conor conducono ad un climax sonoro, fatto di synth e di una sirena opprimente, con il ripetersi a mo’ di avviso della frase “Approaching The Shore”, costa nel quale sembra possibile la pace e la salvezza (da ascoltare il remix della traccia postato da Mmoths, producer che ci piace tanto).

L’idea di quasi-apocalisse contenuta in The Waves, sembra ripetersi in Judgement Call, titolo non casuale. L’atmosfera è allegra ma sai che da un momento all’altro potrebbe arrivare la svolta. Nothing Arrived, uno dei singoli estratti, è un pezzo veramente bello, anche qui si gioca con un climax, quella che poteva sembrare un’intima ballata piano/chitarra si apre in maniera quasi orchestrale. La ballata folk più nella norma è The Bell, in cui le somiglianze con Andrew Bird e anche con i Balthazar si fanno più forti. Un interlude come {Awayland} rende l’idea di viaggio e di atmosfera eterea ancora più concreto, senza mezze misure sembra di stare sulle nuvole ma il ritmo funk di Passing A Message da un’altra spinta a questa altalena di emozioni cioè come si sta rivelando l’album.

Il finale dell’album offre altri commoventi brani come Grateful Song, sarebbe interessante sentirlo dal vivo arrangiato da una vera e propria orchestra. Ma lasciando da parte il lato musicale di questo sophomore, il messaggio che Conor trasmette è quello di fuga dalla solita vita verso una nuova terra appena scoperta in cui sei completamente libero (In A Newfound Land You Are Free). Questo sarebbe l’album perfetto per raccontare Peter Pan.

{Awayland} è “L’Isola Che Non C’è” creata dal ragazzo di Dublino in cui puoi staccare la spina dalla tua solita routine e perderti e dondolarti tra le note della sua chitarra e gli ottimi arrangiamenti. Rythm Composer, a chiudere l’album, è solo la musica della festa di benvenuto su questa isola sperduta e anche nel caso esista nella vostra mente saprete che ci sarà sempre quando vorrete fuggire dall’ordinario. Quindi quest’album rivela esponenzialmente le capacità di Villagers, da un album classico come quello precedente non ci si sarebbe facilmente aspettati una gemma come questo. Album imprescindibile per i bambini dentro di voi. Se non vi ho convinto, beh allora siete vecchi dentro.

Tracce consigliate: The WavesNothing Arrived.