Non che volessi farne dell’ironia facile ma Balthazar in italiano si dice Baldassarre.

Baldassarre è un uomo tanto grosso che ci si può entrare dalla pancia; bussando prima, e facendo attenzione a non pestare niente, magari togliendosi le scarpe.
Inutile aggiungere che è lì dentro che questo disco è stato registrato.
I ratti invece sono quelli di una nave che sta affondando, che è chiaro immaginarlo, la pancia di Baldassarre vanta le stesse dinamiche della pancia della balena, avranno visto la nave lì, chiaro.

Rats è un secondo disco, un disco morbido, in prevalenza acustico, con bei pezzi di fantasia, e in linea di massima assolutamente godibile, ti lascia il tempo di sederti, prenderti il tuo tempo, metterti comodo, e rilassarti, sì, non si va da nessuna parte, siamo nella pancia di Baldassarre.
Belli i cori, che vengono utilizzati come aperture, non seguono mai la linea vocale o quasi mai, spesso doppiano gli archi e si trascinano con loro in quegli andamenti tipici da nave che dondola sull’acqua, e che poi comincia a piovere e il dondolio si fa più marcato e i cori e i violini si uniscono a qualche fiato e a qualche glockenspiel e pianoforte e così via, vedi Any Suggestions che è un bel pezzo si.
I pezzi sono cantabili, spesso a ballare in giri di pentatonica, ogni tanto a cadere in qualche passaggio scontato, ogni tanto ancora ti fanno dire “ma pensa”; i ragazzi sono belgi, sono venuti in calesse fino alla pancia di Baldassarre, hanno fatto tanta strada e secondo me bisogna dirgli che sono stati bravi.