La voce di MacKenzie Scott sa trasmettere qualcosa. Spesso quando si ascoltano canzoni, controllando in seguito il testo scopriamo che questo è poco attinente con la musica, e a volte può rivelarsi una brutta sorpresa. Nella maggior parte dei casi però non è un problema, anzi il contrasto spesso rende varia la traccia, o addirittura questo risulta poco rilevante nell’ascolto. Però quando si ascolta una delle dieci canzoni di questo album, solo sentendo la voce di Torres si intuisce esattamente quello che vuole comunicarci; potrebbe parlare arabo o cinese, fa niente, il messaggio arriva comunque.
La ventiduenne cantautrice ci colpisce ed arriva dritta dritta allo stomaco con ogni sussurro, urlo o lamento che sia. Si narra che la sua famiglia abbia dovuto mettere da parte i soldi per comprare la chitarra Gibson che nota dopo nota, assistita da pochi altri elementi, va a comporre il debut album della nostra signorina. Beh, hanno fatto un buon investimento senza dubbio.
Le lyrics sono ispirate ai problemi di Mackenzie nella vita, a pensieri e riflessioni mai banali, che a volte fanno pensare anche l’ascoltatore, come ad esempio in Waterfall, la traccia finale: “Do you ever make it halfway down and think, god, I never meant to jump at all?”, ta per cadere nel precipizio, pensando se questa tema mai di fare l’ultimo passo verso la caduta definitiva e senza ritorno, sapendo di non avere altra scelta: “Nowhere to go but down”, l’unica direzione possibile. E così, allo stesso modo, Torres ci propone il suo album, che nasce da una sua esigenza e piacere di trovare qualcuno con cui condividere le proprie riflessioni ed i propri sentimenti, ed in quel momento le è sembrata l’unica scelta da fare. E per noi l’unica scelta da fare è ringraziarla, perchè pezzi come Honey sono dei fulmini a ciel sereno, dove la sua voce a tratti dolce e a tratti straziante può scatenarsi nella sua interezza, per non parlare degli arrangiamenti piacevolissimi che spaziano tra rock e folk.
La cosa più sorprendente è che tutto il disco si mantiene su un ottimo livello, cosa da non dare per scontato quando parliamo di una debuttante, che si dimostra all’altezza di padroneggiare qualsiasi atmosfera in ogni sua sfaccettatura, dalle parti più tirate a quelle più riflessive. A volte cade sui ritornelli che vuole ad ogni costo far suonare catchy, ma un peccato di giovinezza e di inesperienza come questo glielo si può perdonare con il sorriso sulle labbra.
Tracce consigliates: Honey, Jealousy and I