Un aprile, quello che non ha serrato le porte e concede ancora qualche giorno piovoso, con sulle sue labbra più e più volte il verbo Wood e Woodsist; inscindibili, inseparabili per via di un’osmosi chimica che li lega, per una condivisione completiva che è assieme un gioco di parole, un’ampia intersezione, un vasto spettro con tratti e lineamenti irripetibili. C’è infatti Jeremy Earl che, in ordine cronologico, è prima cantante e chitarrista dei Woods, e poi fondatore dell’etichetta discografica americana Woodsist. Quindi c’è Woodsist che, in realtà, a sua volta, vuole dire tante altre cose; subito devo menzionarne un paio: Big Sur Festival e il Festival Pioneertown. Entrambi i festival, ovviamente, sono presentati da Woodsist che, nel mese di agosto, in due luoghi morfologicamente diversi, vorrebbe vi fosse un codice comunicativo condiviso. Dunque tra i monti contornati da cactus e sequoie a picco sul Pacifico, quest’anno si parlerà Real Estate o Foxygen; mentre, allontanandoci dalla costa, in quella che nacque con il doppio fine di essere set cinematografico western e luogo dove gli attori potessero vivere, tra la polvere sugli stivali e il saloon, si sentirà parlare di Kevin Morby (bassista dei Woods) o dei Peaking Lights. Molti degli artisti sono gli stessi per i due festival, ma chi senza dubbio suonerà a entrambi? I Woods, ma certo, che domande! Cosa suoneranno? Il loro ottavo album, With Light And With Love, ovviamente!

Settembre 2012 è ormai lontano, ma anche molto distante per chi credeva di aver abituato l’orecchio ai bravi ragazzi di Brooklyn. Viziati e coccolati ogni anno, i due anni che passano dalla uscita di Bend Beyond a oggi non possono che essere pensati come il paradigma di una reazione, di una definizione che ha una forma e un nome: With Light And With LoveRispetto alle precedenti produzioni, quest’ultima suona più pulita: gli arrangiamenti fuzz, i suoni increspati trovano finalmente un profilo definito. Pur continuando in una direzione folk – rock, con riverberi intangibili della popular music nel falsetto mielato di Earl, sembra quasi che i Woods stiano cercando un bordo spiovente che possa lanciarli. L’autoproduzione, tuttavia, non è certo un vantaggio in questo senso, ma molto spesso si muove in senso opposto rispetto a ciò che è convenzionale o, comunque, del grande pubblico.

In un immaginario mesmerico, Shepherd, è proprio espressione della spensieratezza dell’acoustic folk che ha sempre abbondato in ogni produzione dei Woods. Il suono, però, più ruvido paradossalmente unito al cantato tra i denti, insieme ai tempi più stretti, comincia a mostrarsi nel successivo Shining, fino a palesarsi in With Light And With Love sotto fattezze neo – psichedeliche che si accentuano con il drumming e con le evoluzioni funamboliche di una chitarra collerica. I nostalgici di un posato cantato e di un equilibrata serie armonica dovranno attendere New Light, Leaves Like Glass, o Feather Man.

In tutto quanto detto, in tutto quanto è stato ascoltato, l’unica cosa che non mi torna è la scelta di abbandonare il garage, di ricalcare il lavoro delle major scansando la produzione lo-fi; come proprio non mi convince quel titolo per l’album, With Light And With Love, che suona con la carineria di un arrivederci, con l’affabilità di chi alza il passo per allontanarsi senza rimorsi e rancori da tutto ciò che è stato prima. See you soon, Woods. With Light And With Love.

Traccia Consigliata: With Light And With Love.